LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

Massa, il j’accuse di chi si schiera a favore della sfiducia: «Persiani il vero traditore» foto

Cofrancesco: «La sfiducia all'avvocato Persiani come presa d'atto dell'inadeguatezza dell'Uomo solo” al comando». Piedimonte: «Per il bene della città, uomini coraggiosi hanno messo fine ad un teatrino volto a coprire e camuffare l'inadeguatezza di colui che si è circondato da “yes man”»

MASSA – «Finito lo sfogo dell’ex sindaco Persiani ora parliamo noi,  spiegando i veri motivi  che hanno portato alla sfiducia del primo cittadino» inizia così l’intervento dell’ex consigliere comunale del Gruppo Misto di maggioranza Antonio Cofrancesco presidente dell’associazione Massa Futura,  candidato alle prossime amministrative.
Un tono simile lo assume Domenico Piedimonte ex coordinaotre comunale di Forza Italia che asserisce: «Il centrodestra cittadino ha dimostrato di avere gli anticorpi anche per rimediare a scelte fatte in buona fede nel 2018 e che, ahimè, si sono rivelate non più compatibili con i valori di buona e trasparente gestione amministrativa, di ascolto empatico, di rispetto degli impegni presi, di inclusione e collaborazione».
«Facciamo un po’ di chiarezza – prosegue Cofrancesco – in questi ultimi giorni dopo la sfiducia votata al primo cittadino,  i vertici della Lega,  di Forza Italia (tantem Mallegni-Ricciardi)  alcune associazioni e persino il signor Persiani, con dirette Facebook, a mezzo stampa, sui social,  si sono permessi di rivolgere verso i consiglieri di centrodestra  che hanno votato convintamente la sfiducia al primo cittadino,  accuse pesanti del tipo: “infami – traditori”. I veri traditori sono proprio questi signori – tuona Cofrancesco –  hanno tradito la fiducia di una città intera, appoggiando un sindaco inadeguato, divisivo, con la sua arroganza ha cercato in tutti i modi di imporre le sue linee di governo che sono state deleterie, ha distrutto un’intera macchina amministrativa, cambi di assessori, di dirigenti, assunzioni di dirigenti fuori da  ogni logica normativa,  nomine di commissari, sub commissari come quelle di Casa Ascoli che hanno avuto un’incidenza negativa sugli ultimi esercizi finanziari.
Forse il signor Persiani – continua Cofrancesco – pensa che gli applausi di quella settantina di persone in consiglio comunale,  possano  cambiare il pensiero di un’intera città distrutta da una scellerata gestione dell’uomo solo al comando». Insiste Cofrancesco: «Però Persiani  una cosa buona l’ha fatta,  è stato un buon imprenditore,  ha aperto un poltronificio in comune,  ha assunto tante persone,  alcune di queste prima di allora erano disoccupate e non erano neppure iscritte nelle apposite liste di collogamento,   peccato però che gli stipendi e i contributi in questi anni li hanno pagati i cittadini».
Stigmatizza l’ex consigliere: «Decoro e sicurezza ad iniziare dalle periferie questo era lo slogan  della campagna elettorale del 2018. L’amministrazione Persiani ha fallito proprio su questo,  possiamo citare  alcuni posti abbandonati da anni a partire dal  mercatino della Partaccia,   parco dei Ronchi le zone di cintura della città, Marina di Massa ridotta in questi anni a latrina della vicina Versilia. L’ex  primo cittadino non si è mai fermato a fare un po’ di autocritica – sottolinea Cofrancesco-  anche quando gli veniva fatto notare dove stava sbagliando,  in quel momento stesso  dava sempre  il meglio di sé, gli veniva proposta una soluzione lui faceva il  contrario,  le decisioni venivano prese d’imperio mai una condivisione,  “qui il sindaco sono io e si fa come dico io”, guai a  contraddirlo. Non ha mai avuto rispetto del ruolo dei consiglieri comunali – lo accusa Cofrancesco – per lui esistevano solo quei pochi intimi che hanno sempre usato quelle due parole “bravo sindaco». Il j’accuse di Antonio Cofrancesco prosegue:  «La politica deve essere ascolto questo purtroppo Persiani non l’ho ha mai fatto.La cosa ridicola  è quando la Lega  accusa Fratelli d’Italia di aver votato la mozione di sfiducia  insieme al PD dimenticando cosa accadeva  in consiglio comunale circa un anno fa  su una risoluzione  sulla Guerra in Ucraina,  presentata  da FdI mentre l’ex sindaco si trovava a Carrara alla presentazione del candidato Caffaz,  la Lega votava  compatta  un emendamento sostitutivo presentato dal PD, (in questo caso però non si è parlato di tradimento),  da lì è nata la spaccatura del centrodestra» sostiene Cofrancesco il quale elenca alcuni accessi agli atti «  che ho presentato  per conoscere le più semplici decisioni prese dal primo cittadino,  ne riporto solo qualcuno: Valore medio di mercato e tassazione sul marmo; commissione d’indagine Serinper mai istituita;  Costi delle varie manifestazioni come il Mercurio d’Argento, Frecce Tricolori;  Aumento dei parcheggi Marina di Massa;  Ordinanza di chiusura dei locali in tutto il comune di Massa per mala movida; Casa Ascoli nomina commissario e sub commissario;  Manifestazione d’interesse  aeroporto di Marina di Massa; Assunzione dirigente a tempo indeterminato;  Lavori Marina di Massa;  lunapark ex Parco dei Conigli;  Escavazione  cava Piastreta; Apertura teatro Guglielmi. Questi sono solo alcuni degli accessi agli atti  che ho dovuto fare in questi 5 anni come consigliere comunale di maggioranza prosegue il candidato in consiglio comunale  Antonio Cofrancesco,  grazie ad un modus operandi di un sindaco che non ha mai coinvolto i consiglieri comunali sulle scelte strategiche dove alla fine chi  ha pagato il prezzo più alto  è stata la città. Auspico  che il centrodestra trovi una quadra  per vincere nuovamente  le elezioni,  sicuramente il candidato per un centrodestra  unito  non potrà essere Francesco Persiani».

Gli fanno eco le parole di Piedimonte: «Per il bene della città, uomini coraggiosi hanno messo fine ad un teatrino non più sostenibile volto a coprire e camuffare l’inadeguatezza di colui che anziché rispettare il programma ed il mandato affidatogli, si è arroccato in una stanza circondandosi di “yes man” e “yes girl” che hanno purtroppo alimentato una politica personalistica fondata sul poltronismo (l’ultimo ‘acquisto’ di Cagetti (attuale coordinatore comunale di Forza Italia e ultimo ingresso in giunta qualche settimana fa ndr) in giunta è stato a dir poco emblematico della situazione che si è trascinata in questi anni, tra siluramenti improvvisi e valorizzazioni sorprendenti e discutibili)».

Prosegue l’ex coordinatore comunale azzurro legato da una contesa con i vertici provinciali e regionali del partito proprio circa il ruolo di delegato comunale: «La fine della pandemia ed il rientro in aula dei consiglieri comunali ha fatto però emergere definitivamente tutte le distanze tra la vera natura di Persiani e le vere necessità di governo di Massa. Come coordinatore comunale di Forza Italia Massa, da tempo ho scelto di non accettare di assistere al “de profundis” della politica locale di centrodestra e per questo non ho mai mancato, né pubblicamente, né privatamente, di chiedere a Persiani un cambio di passo. E soprattutto di riprendere il programma elettorale che gli avevamo affidato nel 2018. Che sia stato per problemi caratteriali della persona o per altro motivo, la sostanza è che Persiani è stato sordo ad ogni appello. Anzi, è stato ‘avvocato di parte’ (ma quale parte?) ed ha continuato a chiudere il suo ‘cerchietto magico’ bipolarizzando la sua azione: annunci e proclami pubblici di dolce positività da una parte, isterie, sotterfugi e feroci vendette dall’altra. Tutto nel surreale tentativo di restare disperatamente a galla nella speranza che qualche egocentrica narrazione social potesse spazzar via il vero lavoro di altri, i tantissimi problemi di rapporto con molti consiglieri, i ritardi o le scelte irrazionali su alcuni importanti impegni. Una sorta di delirio da ruolo che ha compromesso quasi subito la serenità di coalizione, frantumandola passo dopo passo fino all’inevitabile sfiducia. Basti ricordare – prosegue – che egli è riuscito a passare dalle sperticate lodi verso il suo mentore e vicesindaco Guido Mottini, al suo freddo ed improvviso siluramento; dalla defenestrazione dell’assessore Lama a qualche pilotata nomina esterna di valore politico davvero poco significativo; dall’avere 7 consiglieri eletti nella sua lista e rimanere con uno solo di essi nel gruppo consiliare; da fantasiose e sprecone costituzioni di parte civile al negare un serio approfondimento consiliare sul caso Serinper». Piedimonte sostiene dunque i consiglieri comunali azzurri che hanno votato la sfiducia: « Il coordinamento comunale di Forza Italia Massa, ha contrastato questi atteggiamenti in ogni modo possibile. Lo ha fatto anche con l’aiuto di altri consiglieri comunali che ne hanno sposato la linea. Dapprima Antonio Cofrancesco e poi anche con Luca Guadagnucci. Consiglieri che mai hanno smesso di ricordare a Persiani che il 2023 si stava avvicinando e che quella politica distante dai cittadini, dagli eletti e dai partiti non era più sostenibile. Forza Italia Massa – continua – ha invece per anni continuato a lavorare pancia a terra sul territorio massese a fianco dei propri concittadini, nonostante le ingerenze e le forzature anche dei propri vertici volte a tentare di piegare gli organi statutari eletti (ne è ultima triste e riprova la già citata nomina dell’assessore Cagetti, pur eletto nella lista persiani, reinventato forzista nella trattativa tra Persiani e Ricciardi per provare ad accaparrarsi il simbolo). Una nomina durata, per fortuna di Massa, come un gatto in tangenziale, non voluta e non auspicata né dai tre quarti del gruppo consiliare forzista e né dalla base storica degli iscritti berlusconiani. Persiani può giocare con il nostro simbolo ma non con i nostri uomini».

«Registriamo comunque – conclude – che c’è ancora chi nel centrodestra ha voglia di continuare nel teatrino di difendere una persona indifendibile, peraltro con toni ed accuse tanto gravi quanto infondate e ridicole, evidenti tentativi di mettere una pietra sopra i problemi veri e sopra i ta ti errori commessi da Persiani. Eppure l’inaffidabilità politica di Persiani ha travolto anche alcuni degli storici portabandiera della Lega: Guido Mottini, Eleonora Lama, Veronica Ravagli ne sono, come detto, un esempio. Ma non si può dimenticare che l’abbandono politico di Nicola Martinucci, capogruppo della Lega e persona più votata in quel partito, è avvenuto proprio per l’inaffidabilità politica della parola di Persiani. Ed in politica, come si è visto, quando hai perso la fiducia, hai perso tutto».