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Lo spettacolo in dialetto per combattere le truffe agli anziani va ” ‘n giro” per Massa

«Dopo lo spettacolo l’anno scorso abbiamo avuto riscontri positivi: due truffatori arrestati in flagranza di reato. Un caso a inizio aprile e uno a fine maggio, grazie alla pronta collaborazione delle persone anziane che  non cadendo in errore hanno chiamato subito il 112».

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MASSA – Una cosa è certa: il teatro fa male ai truffatori e fa bene alle loro vittime preferite, gli anziani. A darci questa bella notizia sono le forze dell’ordine e l’assessore al Sociale Francesco Mangiaracina in conferenza stampa. Sono aumentate infatti le denunce per tentativi di truffa: il merito va allo spettacolo intelligente quanto esilarante in dialetto massese ‘Fidarse è ben non fidarse è meghjo’, che era stato proposto l’anno scorso a ottobre al Tetro dei Servi e adesso, considerati risultati, riproposto in tournée in giro per alcuni quartieri della città, grazie alla collaborazione con le parrocchie che hanno messo a disposizione i loro spazi.

Grazie alla risata che riesce a strappare lo spettacolo cattura l’attenzione del pubblico: sono infatti 8 scenette che raccontano in chiave divertente 8 tipi diversi di truffa: l’insperato rimborso, dove un finta impiegata delle imposte promette a una signora anziana un bel rimborso per delle tasse pagate in più; i conti che non tornano la Pension, dove una donna si finge impiegata delle poste e ferma una persona anziana che ha appena ritirato la pensione, le chiede di controllare i soldi dicendole che potrebbero essere falsi; zia Caterina e l’assegno della pensione, in cui la protagonista è consapevole che esistono falsi operai, falsi agenti e falsi preti, non apre la porta  a persone sconosciute e in caso di dubbio chiamale forze dell’ordine; c’è posta per te, in cui un’avvenente corriere cerca di circuire un arzillo vecchietto facendosi pagare un finto pacco; zia Caterina e i tecnici del gas,  in cui due finti operai del gas bussano alla porta di zia Caterina sostenendo che ci sia una fuga di gas ma lei non li fa entrare; l’incidente, dove un falso carabinieri informa zia Caterina che suo figlio ha avuto un incidente grave ma siccome non ha pagato l’assicurazione per evitare il carcere è zia Caterina che deve pagare; l’amico di famiglia, dove sue signore dicendosi amiche del figlio avvicinano due anziani derubandoli; zia Caterina e il falso prete, in cui un falso prelato si reca  casa di zia Caterina con la scusa di benedire l’abitazione ma lei non ci casca.

“Si tratta di un progetto, anche per questa seconda edizione, finanziato dal Ministero degli Interni per un importo di 16.654,00 euro – spiega l’assessore – realizzato dall’amministrazione  con il contributo delle forze dell’ordine, le quali interverranno con loro rappresentanti all’inizio di ciascuna delle tre serate per spiegare alcune buone pratiche da seguire per evitare di essere truffati. Abbiamo coinvolto le compagnie del teatro comico dialettale della nostra città – ha sottolineato Mangiaracina -: perché si è pensato che attraverso il dialetto si arrivi in modo più veloce e semplice al mondo dei nostri cittadini più anziani. La commedia – sintetizza – racconta le più comune truffe perpetrate a spese degli anziani. Quest’anno dal teatro si passa ai quartieri cittadini: domenica sera 14 luglio saremo a Marina di Massa nella chiesa dei Servi di Maria in via Zini alle 21:30, poi  martedì 16 luglio in zona Camponelli nella chiesa di San Pio X in via Volta sempre alle 21:30 e giovedì 18 luglio alle 21:30  in zona Villette presso la chiesa del Corpus Domini. Grazie quindi anche ai parroci perla disponibilità – ha dichiarato Francesco Mangiaracina aggiungendo-. Verranno anche diffusi opuscoli e video presso le tv locali”.

Estrema soddisfazione anche per le forze dell’ordine che parlano esplicitamente di risultati concreti a valle dell’esperimento dell’ottobre scorso, con la prima messa in scena dello spettacolo. Antonino Volpe, capo di gabinetto della Prefettura riconosce infatti: “Già l’anno scorso si sono ottenuti risultati lodevoli, la popolazione più anziana è stata resa edotta su questi meccanismi truffaldini e ora c’è più consapevolezza su come agiscono. Lo scopo è fare in modo che le truffe vengano segnalate per tempo alle forze dell’ordine per porre fine sul nascere a queste attività. Grazie al Comune per l’impegno:l’ obiettivo è diffondere questi consigli e queste buone pratiche attarverso uno spettacolo dove  lo spettatore si fa una risata facendo proprio il messaggio lanciato”.

“Si danno informazioni di base- conferma il Tenente della Guardia di Finanza Erminio Migliozzi- informazioni che  aiutano gli anziani a rivolgersi ai canali giusti e ai vari corpi per poi avere un intervento immediato”.

Lo sforzo delle forze dell’ordine in termini di prevenzione e sensibilizzazione è testimoniato anche dalla Commissario capo della Polizia di Stato Margherita Prestimonaco: “La polizia di Massa-Carrara  è impegnata in diverse iniziative di sensibilizzazione, realizzando incontri presso i  centri per anziani – riferisce -. Nei nostri incontri spieghiamo le modalità con cui operano i truffatori arrivando a bussare direttamente presso le porte di casa delle vittime, spacciandosi per forze dell’ordine, oppure da operatori dei servizi essenziali pubblici (luce, gas e acqua). Una  frase tipica usata è: ‘Signora suo figlio ha avuto un incidente e ora lei deve pagare per aiutarlo’. In questi casi bisogna diffidare, perché nessun operatore di qualsiasi forza dell’ordine chiederebbe mai dei soldi per salvare la vita o la salute di qualcuno”.

La notizia più significativa la dà comunque il Maggiore dell’Arma dei Carabinieri Alessandro Maneschi: “Anche noi realizziamo vari incontri presso parrocchie o centri anziani. Dopo lo spettacolo l’anno scorso – racconta l’ufficiale – abbiamo avuto riscontri positivi: due truffatori arrestati in flagranza di reato. Un caso a inizio aprile e uno a fine maggio, grazie alla pronta collaborazione delle persone anziane che  non cadendo in errore hanno chiamato subito il 112 e sono riuscite a intrattenere ancora il truffatore al telefono e a permettere a noi di arrivare in tempo sul posto per poter arrestare in flagranza. Ma soprattutto è importante ribadire: le forze dell’ordine non chiedono soldi”.

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