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Bar stadio, Benedetti: «I gestori storici buttati fuori in modo inaccettabile» foto

Il presidente del Consiglio comunale contro l'ad della Massese: «Ho richiesto copia della convenzione stipulata tra il Comune e la società e copia dei contratti stipulati per verificare se l’iniziativa è legittima e regolare»

MASSA – «La risposta pervenuta dall’amministratore delegato della Massese Gianmaria Lertoria, sulla decisione di revocare la gestione del punto ristoro dello stadio di Massa, mi sembra troppo semplicistica e di chiusura totale». Inizia così l’intervento del presidente del Consiglio comunale di Massa sul caso della gestione del bar dello stadio di via degli Oliveti. «Lo stesso – afferma Benedetti, che parla anche in qualità di consigliere di Forza Italia – senza troppe articolazioni e spiegazioni, dichiara di aver sbattuto fuori i gestori perché la società ha deciso di tenere aperto il bar tutti i giorni e a mio avviso questa è palesemente una scusa per farli allontanare volontariamente, perché mantenere aperto il punto ristoro dalla mattina alla sera, considerato lo scarso incasso nelle giornate di partita, permette solo la sopravvivenza. E mi rifiuto di pensare che qualcuno intenda realizzare un locale aperto al pubblico esterno tutti i giorni, perché quel punto ristoro a mio avviso deve rimanere al servizio del pubblico durante le partite».

«Poi – aggiunge il presidente del Consiglio – c’è un aspetto umano che non può essere stravolto in questo modo solo per questioni di interesse, poiché lo stadio è una struttura pubblica di proprietà del Comune e non della società, quindi, credo che ogni modifica o cambiamento, come in questo caso, debba avere comunque un parere favorevole da parte dell’amministrazione comunale».

«I gestori – sottolinea Benedetti – che sono stati buttati fuori in modo che definisco scorretto e offensivo, hanno iniziato questa attività nel 1958 al Dina delle Piane, poi dopo la realizzazione della nuova struttura, si erano trasferiti all’interno dello stadio, dove hanno lavorato tanti anni con passione e professionalità. Insomma una famiglia che a suo modo ha fatto storia partendo dalla nonna per arrivare oggi alla nipote e pronipote. Per questo motivo è inaccettabile che la si possa liquidare così con un colpo di spugna. Nel merito, ho richiesto copia della convenzione stipulata tra il Comune e la società e copia dei contratti stipulati con i gestori del punto di ristoro per verificare se l’iniziativa dell’amministratore delegato è legittima e regolare, dopodiché farò tutte le valutazioni del caso, assumendo tutte le iniziative che ritengo più opportune per fare giustizia».