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Riabilitazione visiva: il progetto in Toscana che non abbandona i disabili visivi foto

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TOSCANA – “Riabilitazione visiva uguale qualità della vita” è il titolo del progetto pilota che verrà proposto e presentato in occasione dell’iniziativa “Lions in piazza” domenica 23 aprile. Si tratta di un percorso riabilitativo indispensabile rivolto alle persone affette da grave disabilità visiva, acquisita o congenita, ipovedenti o anche ciechi assoluti. La riabilitazione visiva aiuta il paziente a ritrovare o a migliorare la propria autonomia e la mobilità consentendo il ritorno ad una vita normale di relazione.

«Il progetto – spiega Giorgio Ricci, responsabile della direzione nazionale della Iapb (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) – è stato condiviso e stimolato dall’organizzazione mondiale della sanità e la Regione Toscana ha subito messo in piedi un sistema virtuoso, dove il paziente con grave disabilità visiva, non viene abbandonato, ma accompagnato in un percorso di riabilitazione visiva qualificato per contrastare anche l’insorgere di depressione ed isolamento. In Toscana infatti il sistema si articola sulle tre grandi zone sanitarie, coprendo l’intero territorio regionale. Importante e fondamentale sono le unità operative di oculistica e i medici di famiglia che rappresentano il primo contatto verso questo percorso. Tutto infatti parte dalla sensibilità dei medici curanti e degli specialisti di oculistica. Si chiama progetto pilota, ma vuole essere un momento di riflessione per evidenziare le buone prassi che si possono divulgare anche nelle altre regioni italiane dove attualmente è completamente assente il sistema di riabilitazione visiva. Proporre infatti ad un disabile visivo una riabilitazione evita che quest’ultimo cada nella morsa della depressione, fenomeno sempre più presente soprattutto in coloro che hanno sempre avuto una vita attiva e ruoli di responsabilità e che si ritrovano a vivere il dramma della cecità. Domenica saranno presenti operatori del Cerv (Centri di Riabilitazione visiva) di Firenze ai quali sarà possibile chiedere informazioni su questo servizio del sistema sanitario regionale».

I centri di riabilitazione visiva sono nati grazie alla legge 284/97, ma solo poche regioni li hanno realizzati. In Toscana sono presenti 3 qualificati centri presso le Cliniche oculistiche di Firenze, Pisa e Siena. La legge costitutiva prevede la presenza di: Oculista, Ortottista, Neuropsicomotricista, Psicologo dell’adulto e dell’età evolutiva, Informatico, Operatori dell’Autonomia e della Mobilità personali, Tiflologo.

La Riabilitazione Visiva è completamente a carico del Sistema Sanitario Nazionale in Regione Toscana ed è sufficiente la sola prescrizione da parte del medico di medicina generale, cioè del proprio medico curante. La sezione Uici (Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti) e IAPB di Massa-Carrara insieme all’Unità operativa di Oculistica della Asl è a completa disposizione per il disbrigo di tutte le pratiche burocratiche e per facilitare il contatto con il Cerv indicato o prescelto e per ogni possibile informazione sulle normative vigenti in ambito di disabilità visiva, previdenziale e facilitazioni varie.

Nel mondo ci sono quasi 300 milioni di persone affette da una grave disabilità visiva e quasi 50 milioni sono ciechi totali e l’80% delle patologie causa di cecità, sarebbero prevenibili, evitabili e curabili. L’OMS calcola che, anche oltre 1miliardo di persone hanno un difetto refrattivo importante (miopia, astigmatismo, ipermetropia ecc) che limita fortemente le azioni della vita quotidiana, in particolare per quanto riguarda gli studenti che in molti casi abbandonano la scuola nei paesi più poveri dell’Africa. Eppure basterebbe un semplice occhiale per risolvere questo problema. Nei paesi industrializzati e più ricchi, sono in costante aumento le persone gravemente ipovedenti oltre i 65 anni, a causa in particolare delle patologie degenerative legate all’età. Infatti, l’invecchiamento della popolazione, va in parallelo con l’aumento dei casi di ipovisione permanente e progressiva. Un esempio per tutti dai 65 anni ai 90 anni la cecità aumenta di 20 volte. Questo dato è confermato da studi epidemiologici qualificati. Ma alcune di queste patologie, quali le maculopatie legate all’età, la retinopatia diabetica, il glaucoma e alcune patologie retiniche, non esitano in molti casi verso la cecità, se trattate precocemente. Infatti, le nuove terapia permettono nella maggior parte dei casi la conservazione di un residuo visivo funzionale. Ed è proprio la precocità, sia della diagnosi che dell’inizio del percorso riabilitativo, l’obbiettivo strategico al quale mira questa iniziativa pilota. Diagnosi precoce, terapia conservativa da iniziare al più presto e avvio il prima possibile ai percorsi di riabilitazione visiva.

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