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Salotto della Pitèrè al Gramsci Bistrot, domenica sera dalle 18 per parlare di moda e genere

CARRARA –  Arriva il 4° appuntamento con il Salotto della Pitèrè, gli  eventi curati  dal centro di documentazione Aldo Mieli e da Gramsci Bistrot ( via Cavour, 2), domenica sera a partire dalle 18:00. Ospite della chiacchierata sarà Gia Mussi che dialogherà con Majid Capovani.

Molte teoriche e teorici di moda hanno studiato il rapporto che c’è tra moda e genere. Il tema è stato generalmente sviluppato in due modi. Da una parte, si è discusso di come le persone cisgenere abbiano codificato il loro vestiario e di come siano arrivate a definire cosa della moda sia maschile, femminile, “androgino” o “genderless”. Dall’altra, si è fatto spesso riferimento a “ermafroditi”, “travestiti”, “sciamani”, “androgini”, alle deviate che per davvero o per finta, attraverso la carne o i vestiti, personificano i due sessi.

Ma qual è l’opinione degli “androgini”? Come vivono, e hanno vissuto – le persone trans – il loro rapporto quotidiano con la moda? Gia Mussi, nella sua Tesi di laurea magistrale in Arti visive e moda discussa nel marzo 2023 presso l’Universita Iuav di Venezia, analizza la complessità dei significati che la moda può avere nelle vite delle persone transfem. Da un mondo sognato e distante, la moda può diventare uno strumento essenziale di ricerca, liberazione ed espressione di un’identità propria e collettiva; ma anche un ambiente ostile, pensato unicamente da persone cisgenere per corpi cisgenere, e per questo motivo di disagio e oppressione; e infine, una pratica rivoluzionaria incarnata.
La tesi costituisce inoltre una prima indagine sul caso italiano a partire dall’analisi delle fonti raccolte dal Centro Documentazione Aldo Mieli di Carrara – in particolare, le opere di Porpora Marcasciano – e da delle interviste a giovani persone transfem di mia conoscenza in merito al loro rapporto con i vestiti.
L’autrice non si pone l’obiettivo di decidere se della moda prevalgano gli aspetti positivi o negativi, di liberazione o di oppressione, di euforia o di disforia, intende tuttavia dimostrare come una lettura transfem della moda possa aiutare ad affrancarla dalla visione binaria e capitalistica entro la quale viene solitamente intesa. A questo scopo verrà riportata la storia della stessa comunità transfem, che vedremo essere fin dagli albori connessa a quella dello spettacolo e della moda.
L’esperienza trans, infatti, è stata per lungo tempo collocata e associata a una dimensione performativa o spettacolare piuttosto che alla realtà “di tutti i giorni”.
Per gran parte del Novecento, i lavori che prevedevano l’esposizione del proprio corpo – uno su tutti, il sex-work – si sono profilati come il mezzo di sostentamento più diffuso tra le persone transfem. Ciò è attribuibile, per buona parte, a una densa storia di oppressioni e di ossessioni mediche e mediatiche nei confronti dei loro corpi, ad opera di una società che persiste tutt’oggi a feticizzarli.
Dalle 19:00 aperitivo con Goldie Venus,  unə DJ Queer natə dalla necessità di riprendersi uno spazio nella scena techno mbeb-centrata.Ama definire il suo stile alla console “Punk”, perché la scelta musicale e lo scopo ultimo del party, cioè la coesione tra corpi e la condivisione, sovrastano la ricerca della pura e sterile -tecnica a tutti i costi.
I suoi set spaziano dalla Trash music, se necessario, alla Techno frocia, a sonorità dark, aumentando la potenza dei bassi fino ad una Tekno, a cui non sa rinunciare, mantenendo sempre la sua anima Queer.