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Biodigestore, i dubbi e le proposte di Legambiente sull’impianto al Cermec

Le sezioni di Carrara e Massa-Montignoso hanno inviato le proprie osservazioni alla Regione Toscana: uno dei principali limiti del progetto, secondo riguarda la mancanza di soluzioni tecniche "certe" per evitare l'emissione di anidride carbonica

MASSA-CARRARA – I circoli di Legambiente di Carrara e Massa-Montignoso hanno presentato osservazioni al progetto di revamping dell’impianto Cermec, altrimenti detto “biodigestore”. In estrema sintesi l’associazione ambientalista ha chiesto la revisione sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale del progetto. Uno dei principali limiti del progetto, secondo riguarda la mancanza di soluzioni tecniche “certe” per evitare l’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera. La proposta di piantumare alberi come compensazione non è sufficiente, data l’ampia quantità di gas emessi dall’impianto, situato in un’area industriale e pedecollinare vicino alle aree vitivinicole del Candia.

Pertanto, Legambiente chiede di imporre al proponente di “integrare il progetto con un sistema di captazione e compressione della CO2, con possibilità di recupero e utilizzo per scopi tecnici o, se possibile, alimentari”. Inoltre, chiede “una significativa piantumazione all’interno e all’esterno dell’area impiantistica”. In riferimento alla componente risorsa idrica – prosegue l’associazione – il progetto richiede importanti consumi di acqua per il trattamento del digestato e per il mantenimento dei sistemi di abbattimento delle polveri e delle emissioni odorigene.

Legambiente chiede poi alla ditta di “integrare il progetto con uno specifico utilizzo delle acque derivanti dal trattamento delle acque di falda per scopi industriali, anziché immetterle in un corpo idrico suberificale. Inoltre, il riutilizzo/ricircolo dei percolati può rappresentare un rischio di emissioni odorigene, che deve essere impedito, salvo casi in cui si verifichi in sezioni dotate di sistemi di abbattimento delle sostanze odorigene”.

Infine, in riferimento agli impatti ambientali indiretti, Legambiente evidenzia che “la riduzione complessiva dei volumi di rifiuti non comporterà significativi incrementi del traffico, ma sottolinea la necessità di considerare i lunghi incolonnamenti di mezzi adibiti alla raccolta, già presenti nelle strade vicine agli impianti di Cermec. In un’area già interessata da elevati livelli di polveri, il problema richiede soluzioni adeguate per garantire la riduzione dell’impatto ambientale”.

Il documento integrale

OSSERVAZIONI SUL PROGETTO DI REVAMPING IMPIANTO CERMEC
La sottoscritta Mariapaola Antonioli, non in proprio ma nella sua qualità di presidente del Circolo Legambiente Carrara a.p.s. anche in nome e per conto del Circolo Legambiente Massa-Montignoso., nel procedimento di revisione sostanziale di AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE/NUOVA AIA (art. 5, comma 1, lettera l bis e art. 29 nonies, comma 2, del D. Lgs. n. 152/2006. Proponente: CERMEC S.p.A.  MASSA, presenta le seguenti osservazioni.
 
COMPONENTE ATMOSFERA
Il principale limite del progetto depositato dalla ditta è rappresentato dalla mancanza di soluzioni tecniche efficienti e “certe” in grado di evitare l’emissione in atmosfera dell’anidride carbonica prodotta dai processi di raffinazione del biogas.
La soluzione indicata nel progetto di realizzare una compensazione mediante piantumazioni non appare condivisibile poiché a fronte degli ingenti quantitativi emessi nella fase di upgrading (pari a circa 3,3 milioni di metri cubi annui) tale compensazione non risulta sufficiente. D’altro canto la particolare localizzazione dell’impianto, in area industriale, a ridosso di aree già urbanizzate e in posizione pedecollinare rispetto alle aree del Candia – già intensamente utilizzate per la viticoltura – non consentirebbero di disporre di terreni in misura idonea alla totale compensazione di CO2 emessa mediante le ipotizzate piantumazioni in aree prossime agli impianti stessi.
È nostro parere quindi che in fase autorizzativa la CdS espressamente prescriva al proponente di integrare il progetto con un sistema di captazione della CO2, la sua compressione/liquefazione e il recupero mediante collocamento sul mercato per gli usi tecnici o – se compatibili – alimentari della stessa.
In ogni caso, anche laddove la CdS ritenesse di impartire detta prescrizione, chiediamo che sia anche prevista una significativa piantumazione all’interno e all’intorno dell’area impiantistica.
Richiamando quanto già evidenziato anche nel Dec. Dir. Regione Toscana n. 191/2023, riteniamo opportuno che vengano formulate specifiche prescrizioni affinché il progetto sia adeguato al fine di provvedere al recupero dello zolfo e del solfato d’ammonio prodotto da alcune attività impiantistiche.
 
COMPONENTE RISORSA IDRICA
Anche in riferimento a tale matrice lo stesso D.D.R.T. 191/2023 ha evidenziato gli importanti consumi necessari al funzionamento sia degli impianti dedicati al trattamento del digestato nella fase aerobica sia per il mantenimento in buone condizioni di efficienza dei sistemi di abbattimento delle polveri e delle emissioni odorigene (scrubber e biofiltro).
Si ritiene opportuno ribadire la richiesta che la ditta proponente integri il progetto con uno specifico uso a tali fine delle acque derivanti dal trattamento delle acque di falda, recuperandole per uso industriale anziché immetterle in corpo idrico suberificale.
Parimenti riteniamo che il riutilizzo/ricircolo dei percolati possa rappresentare un rischio di emissioni odorigene: il che deve assolutamente essere impedito salvi i casi in cui lo stesso avvenga in sezioni dotate di sistemi che garantiscano la totale captazione delle arie esauste e il loro convogliamento ai sistemi di abbattimento delle sostanze odorigene.
 
IMPATTI AMBIENTALI INDIRETTI
Pur prendendo atto che la riduzione complessiva dei volumi di rifiuti conferibili, rispetto all’attuale autorizzazione, non sembra evidenziare conseguenti significativi incrementi del traffico, purtuttavia va considerato come già oggi – in particolari ore della giornata – si verifichino lunghi incolonnamenti di mezzi adibiti alla raccolta sulle strade (via Dorsale e via Longobarda) sulle quali affacciano i varchi di accesso agli impianti di Cermec. E questo in un contesto della viabilità della Zona Industriale già interessata da elevati livelli di polveri dovute al traffico e ad altre attività presenti nell’area (soprattutto quelle della trasformazione di materiali/sottoprodotti lapidei).
Si richiede che la CdS valuti quindi nella propria istruttoria l’opportunità di impartire specifiche prescrizioni logistiche e gestionali che evitino – o quanto meno limitino fortemente – la sosta sulle strade pubbliche dei mezzi in attesa di conferire. A titolo esemplificativo:
a.     La realizzazione di idonee aree di attesa all’interno dell’impianto;
b.     La messa in opera di un maggior numero di stazioni di pesatura e l’installazione di sistemi automatizzati per la registrazione dei movimenti;
c.      La realizzazione di una viabilità interna “a senso unico” che eviti le interferenze fra mezzi in ingresso e mezzi in uscita;
d.     Piani gestionali di pianificazione degli orari di conferimento attribuiti ai mezzi di raccolta (sistema “a ticket”).
 
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Pur consapevoli che le presenti osservazioni vengono depositate oltre la scadenza dei relativi termini procedimentali, chiediamo che le stesse possano essere inoltrate agli enti ed esaminate in sede di Conferenza dei Servizi, anche considerato che riguardano aspetti già oggetto di precedente attenzione da parte degli stessi enti coinvolti.
Carrara, Massa, 8 maggio 2023
                                                                                                 Mariapaola Antonioli