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Nuovo biodigestore anaerobico presso il Cermec di Massa, ma la Rete non ci sta e si ribella

«Produrre biometano non è un metodo economico e neppure pulito e soprattutto non è economia circolare»

MASSA-CARRARA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della Rete in merito alla questione riguardante l’installazione di un biodigestore anaerobico nell’area Cermec.

I sindaci di Massa e di Carrara e la Regione Toscana hanno deciso di installare a Massa un biodigestore anaerobico nell’area del Cermec Spa. Esso dovrebbe servire per il trattamento della frazione organica dei rifiuti provenienti dall’Ato di Costa, che comprende la provincia di Massa Carrara, Lucca e Livorno, Pisa con oltre 100 comuni.

E’ stato elaborato un progetto per l’installazione di un impianto dal costo di circa 36 milioni di euro, che tratterà 97.500 tonnellate di frazione organica di rifiuti all’anno, per produrre biogas e biometano. Di questo progetto, la Rete delle Associazioni e dei Comitati contrari al biodigestore del Cermec SpA” (dicasi Rete) è venuta a conoscenza attraverso la stampa, dopo che la Regione Toscana ha deciso di non sottoporlo a Valutazione di Impatto Ambientale ordinaria (V.I.A.).

Una volta avuta contezza di questa decisione politica, la Rete si è attivata ed ha realizzato un seminario con esperti di chiara fama. I risultati emersi dall’iniziativa, mettevano in evidenza una molteplicità di problemi per la salute dei residenti e per l’ambiente. Forti cattivi odori, rumori, aumento dei mezzi di trasporto, produzione di inquinanti (CO2 con effetto climalterante, H2S, NH3, silossani…) i quali, se liberati nell’ambiente, oltre ad essere tossici, possono immettere nell’aria particolato secondario come le polveri
sottili, che vanno considerate, in base alle evidenze scientifiche cancerogene per l’uomo (IARC 2013).

Lo smog, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, provoca ogni anno in Europa oltre 400 mila morti, di cui oltre 80 mila in Italia, inoltre, sempre la stessa Agenzia considera alcuni silossani sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche. Secondo il prof. Tamino “produrre biometano non è un metodo economico e neppure pulito e soprattutto non è economia circolare”. Inoltre, è apparsa evidente anche l’inutilità di questi impianti da un punto di vista economico, in quanto essi per poter reggere sul mercato hanno bisogno di incentivi pubblici, i cui costi ricadono nelle bollette dei cittadini.

Gli atti del seminario sono stati pubblicati e si possono vedere al seguente link
https://adictoscana.it/wp-content/uploads/2023/04/Pubblicazione-atti-del-convegno-del-20.03.2023-Autori-vari-1.pdf

“Non essendoci più i tempi da parte della nostra Rete, per poter impugnare l’atto della Regione Toscana in cui avremmo mostrato la nostra contrarietà nei confronti delle istituzioni competenti a non voler sottoporre un grande impianto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), abbiamo scritto al presidente della Giunta regionale Eugenio Giani e all’assessora all’Ambiente Monia Monni, nonché alla sindaca di Carrara e al Commissario prefettizio di Massa, per richiedere almeno “un percorso partecipato nella
forma di contraddittorio pubblico da svolgersi in un’unica udienza inerente al progetto di creazione del biodigestore anaerobico di Cermec SpA”.

La consigliera regionale Silvia Noferi lo scorso 28 marzo, aveva riformulato la stessa domanda con una
interrogazione al Presidente del Consiglio regionale e alla giunta. “Il 17/05/23 l’assessora Monni ha risposto con una lettera alla consigliera Noferi in cui, in sostanza ribadisce che “nessuno dei soggetti consultati ha manifestato motivi ostativi alla esclusione del progetto in esame dalla procedura di VIA” compresi i cittadini, e che “dall’esame istruttorio svolto sul progetto, è stata esclusa la
presenza di effetti negativi significativi sull’ambiente e quindi il procedimento di verifica di assoggettabilità si è concluso con decreto dirigenziale di esclusione da VIA n. 191 del 19/01/2023”.

Lo scorso 16 maggio, non avendo ancora una risposta, ma preoccupati, perché avevamo saputo che il 19 maggio si sarebbe tenuta la prima Conferenza dei servizi istruttoria presso la Regione Toscana, abbiamo scritto un documento con le nostre osservazioni alle sopracitate istituzioni, estendendo la mail anche al presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, al dott. Sandro Garro dirigente del Settore Rifiuti della Regione Toscana, nonché ai due candidati a sindaco di Massa, attualmente al ballottaggio.

Il documento inviato dalla Rete si conclude così “viste le forti criticità che emergono dal territorio, si chiede la sospensione del procedimento di rilascio dell’A.i.a. relativamente al progetto del Cermec Spa, e che si apra con urgenza un confronto con la comunità locale, attraverso un percorso partecipato nella forma dell’inchiesta pubblica, promosso volontariamente dalla Regione Toscana e dagli altri enti competenti”.

Dopo alcune telefonate agli uffici competenti abbiamo ricevuto la risposta del dirigente della Regione Toscana Sandro Garro, inviata per conoscenza anche all’assessora Monni, in cui egli testualmente ha scritto “non essendo prevista la partecipazione “attiva” in questa fase procedurale, possiamo comunque accogliere eventuali richieste di partecipazione in qualità di uditori, il che garantisce massima trasparenza riguardo le decisioni prese. A fronte di richiesta, possiamo fornire il link per il collegamento limitatamente alle fasi con presenza del gestore. Se siete interessati, presentate istanza. Quanto alla Sua richiesta (riferendosi alla nostra Rete), non è nelle mie competenze, essendo a valle di un pronunciamento di non assoggettabilità a via, pronunciamento comunque impugnabile nelle sedi opportune, cosa comunque non fatta”. Ancora una volta in questo territorio, le decisioni di così grande rilevanza non sono preventivamente ed ampiamente condivise mediante una campagna di informazione diffusa e capillare rivolta ai cittadini, che compete alla politica. Non ci sembra giusto che si declinino queste responsabilità semplicemente con una pubblicazione, a decisioni prese, nei siti web della Regione Toscana o del Cermec in cui, talvolta, per raggiungere le informazioni desiderate è come entrare in un labirinto.

Non si può nemmeno continuare a nascondersi dietro cavilli burocratici i quali, a fronte di una volontà politica vera di superarli, la modalità per farlo la si trova.  Siamo mortificati dalla risposta del dirigente regionale – dichiarano ancora i membri della Rete – che
comunque comprendiamo, perché la decisione in merito non può essere solo di natura tecnica ma, come in questo caso, anche politica. Vogliamo dire all’assessora Monni che le cittadine e i cittadini non possono essere liquidati, inviando loro un link per collegarsi alla Conferenza dei servizi istruttoria, in cui come si sa non abbiamo diritto di parola, limitando per di più la nostra partecipazione al momento in cui è presente alla riunione on line un rappresentante del Gestore del Cermec SpA. Abbiamo invece bisogno di partecipare all’interno di un vero processo democratico in cui la politica si incontra ed ascolta i bisogni, i timori e le
perplessità del territorio. Tanto più che quello che diciamo è suffragato da punti di vista tecnico-scientifici come quello del professore emerito dell’università di Padova Gianni Tamino, nonché membro del comitato tecnico scientifico nazionale dei Medici per l’Ambiente ISDE e dal giurista ambientale Marco Grondacci. Ma anche da quello dei rappresentanti di comitati provenienti da diverse parti d’Italia che hanno portato al seminario promosso dalla Rete, esperienze dirette di convivenza problematica quotidiana
con i biodigestori anaerobici (Cremona, Gavassa Reggio Emilia, Grosseto, La Spezia…). Abbiamo voluto estendere questa comunicazione-richiesta anche ai candidati sindaci al Comune di Massa Francesco Persiani e Enzo Romolo Ricci. Anche dalla loro risposta i cittadini sapranno misurare la loro propensione al rispetto dei processi partecipativi, indipendentemente dal fatto che essi siano o meno favorevoli al biodigestore. Garantire la partecipazione è sano ed è sinonimo sempre di democrazia e la disaffezione al voto dovrebbe far riflettere molto, a meno che non si voglia rappresentare sé stessi e quei pochi della propria compagine”.

Quello che vogliamo trasmettere alla politica è che “adottare il Principio di Precauzione e quello di Responsabilità significa anche accettare il dovere di informare e impedire l’occultamento di informazioni su possibili rischi per la salute, ed evitare che si continui a considerare l’intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali saggiare tutto quanto capace di inventare il progresso tecnologico”.  (L. Tomatis).