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Dalla Diagnostica all’area Medica, Cgil fa l’elenco di ciò che non va nella sanità pubblica apuana

La Fp: «A oggi non abbiamo avuto risposta. È ora di dire basta alle passerelle dei tagli di nastri e agli interventi tampone. Sono necessarie risposte adeguate e scelte rispondenti ai bisogni se si vuole salvare il sistema sanitario»

MASSA-CARRARA – «In questi ultimi anni gli operatori sanitari operano freneticamente e con carichi di lavoro duplicati. Prima il covid, adesso le poche assunzioni di personale. Vengono ulteriormente tagliate le risorse al servizio pubblico invece di aumentarle, non viene rivisto il limite di spesa del personale e si riducono le assunzioni». Lo afferma in una nota la Fp-Cgil di Massa-Carrara che interviene sull’annoso problema delle carenze di personale nella sanità pubblica.

«I lavoratori – evidenzia – sono allo stremo delle loro forze, vessati sotto ogni punto di vista e di fatica reiterata. Lo stress elevato, il lavorare in organico ridotto, in una situazione collettiva come questa, rappresentano fattori di rischio per il benessere psicofisico; i dati, in questi ultimi anni , parlano di disagi psicologici, anche di grave entità come il disturbo d’ ansia e la depressione, in continuo aumento, al punto che alcuni professionisti hanno deciso di lasciare il servizio per lo stress psico fisico e per la mancata valorizzazione. Emerge la realtà di una sanità pubblica allo stremo in cui alle drammatiche carenze organizzative, portano ad un unica risposta , il ricorso allo straordinario, all’orario aggiuntivo, al gettone (previsto da un emendamento al decreto Bollette dal governo) . È un dato di fatto che a lavoratrici e lavoratori si chieda costantemente,  dopo fasi di lavoro duro e salti dei riposi, di lavorare in organico ridotto, addirittura in straordinario».

«La soluzione prospettata è quindi il lavoro a cottimo, e non la valorizzazione del personale con l’aumento salariale definito dal rinnovo contrattuale . Il governo infatti non ha stanziato nessuna risorsa nell’ultima legge di Bilancio per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto nel 2021, e cavalca il ricatto salariale garantendo risorse per i gettoni e l’orario aggiuntivo. In tutto questo si continua a tamponare le fasi emergenziali, come se accadessero per la prima volta, senza un chiaro disegno di prospettiva. Ecco alcuni esempi concreti, non esaustivi: diagnostica per immagini, mancano medici, e tecnici di radiologia, i cittadini per questo sono costretti a pagarsi le prestazioni nelle strutture private; anatomia patologica: mancano medici e tecnici sanitari, questo porta ad un ritardo nella risposta sulle biopsie eseguite; area Medica: la carenza di personale infermieristico non è più sostenibile; Centro trasfusionale: carenza di personale per alcuni medici andati in quiescenza e non ancora sostituiti; Pronto soccorso: a fronte di un importante aumento di richieste di prestazioni, dovuta a un elevata presenza di turisti, non si prevede nessun potenziamento di personale, in un servizio già da tempo in grossa difficoltà. La situazione in Lunigiana e all’ex ospedale di Carrara, così come in molte attività territoriali non è da meno».

«Ci preme sottolineare inoltre la mancata sostituzione del primario di ortopedia traumatologia della nostra provincia, andato in quiescenza da un anno. Considerando l’importanza del servizio, abbiamo sollecitato da tempo l’azienda ad un nuovo incarico. A oggi non abbiamo avuto risposta. È ora di dire basta alle passerelle dei tagli di nastri e agli interventi tampone. Sono necessarie risposte adeguate e scelte rispondenti ai bisogni se si vuole salvare il sistema sanitario pubblico. Per questo saremo in piazza a Roma il 24 giugno, a difesa della Costituzione e del Sistema Sanitario Pubblico ed Universale. Chi volesse partecipare può prenotarsi ai numeri 333 8807468 (Alessio Menconi) e 348 5306962 (Laura Bacci)».