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«L’accordo di agosto perché le Rsa sono indispensabili ma con la finanziaria 299 milioni in meno a Regione» foto

«Sono 95 mila in Toscana, su 3, 668 milioni abitanti, le persone che si muovono in condizioni di non autosufficienza, quindi abbiamo grande attenzione sul tema dell’assistenza sociosanitaria».

MARINA DI MASSA – Della sintonia creatasi tra il presidente della Regione Eugenio Giani e le realtà legate all’assistenza sociosanitaria ne avevano parlato le cronache estive con la notizia dell’accordo regionale raggiunto assieme ai gestori delle Rsa e con cui la Toscana decideva di incrementare le quote sanitarie. Stiamo parlando dell’accordo siglato nell’agosto scorso e che prevede in particolare, a fronte del fatto che la Regione Toscana versava alle Rsa 54 euro al giorno di quota sanitaria per ogni ospite, l’aumento per tappe progressive fino a 59,10 euro al giorno nel 2025. Per questo non stupisce l’entusiasmo e l’accoglienza calorosa riservata al presidente Giani al convegno Uneba “I nuovi scenari del welfare – Verso una nuova organizzazione dei servizi”, che si sta svolgendo in una intensa due giorni, alla Scuola superiore di Scienze dell’Educazione “San Giovanni Bosco” di Marina di Massa. Dal 1950 Uneba è un’ organizzazione di categoria del settore sociosanitario, assistenziale, educativo e di radici cristiane che rappresenta un tassello significativo all’interno del terzo settore.

“E’ un convegno così impegnativo e ricco di spunti – ha preso la parola Giani – ringrazio Uneba per la capacità di porre temi così importanti di carattere regionale e nazionale: stiamo parlando di terzo settore, assistenza e i servizi. Il lavoro di Uneba, di sinergia del lavoro, a livello nazionale rappresenta un punto di riferimento per la rete di comunità in questa dimensione di assistenza sociosanitaria quanto a capacità associativa ed è così da 76 anni.  La sua esistenza ispirò il lavoro dei padri costituenti aiutando a individuare la necessità nel dopoguerra di una riforma completata poi più avanti,  ma che proseguiva sul solco della legge del 1890 con cui sono stati creati gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza (Ipab). La istituzione  dell’Ipab – ha fatto notare il presidente della Toscana riferendosi alla natura pubblica della sanità contro quella privatistica del mondo dell’assistenza sociosanitaria – ha portato questa dimensione dell’assistenza anche in Regioni che non vi appartenevano dal punto di vista culturale, come la Toscana che è stata sempre legata a forze politiche progressiste. Dopo la costituzione delle Regioni – ricorda quindi Giani- si scelse di vivere la dimensione pubblica della sanità e di lasciare ampio pluralismo di attività nell’assistenza. Oggi rivendico con forza l’importanza e la centralità di una sanità pubblica all’insegna di una assistenza sanitaria che sia davvero nel principio di uguaglianza verso persone che non hanno risorse come verso chi ne ha. Una sanità che riesca a essere incisiva come ha dimostrato la pandemia, in occasione della quale la Toscana risulta tra i primi posti nelle strategie delle vaccinazioni e delle cure. La sanità pubblica – considera il governatore toscano -anche se costa di più assicura il principio di uguaglianza nelle cure. Dove invece – aggiunge – nell’assistenza sociale la pluralità si accompagna a una capacità di risposta molto più specifica, capillare ed estesa. Da parte mia nutro fiducia nella rete di comunità e nella capacità sinergica – ha sottolineato -Consideriamo – ha messo quindi l’accento portando una riflessione nota – che noi viviamo in una società particolarmente concentrata in quelli che sono le cure e l’assistenza di persone non autosufficienti, con patologie croniche. Sono 95 mila in Toscana, su 3, 668 milioni abitanti, le persone che  si muovono in queste condizioni, quindi abbiamo grande attenzione verso la rete di Rsa che indubbiamente offrono un contributo indispensabile al welfare. Assistiamo a un incremento di cittadini in queste residenze: 95 mila è un dato destinato a crescere. Per cui il tema dei servizi che dobbiamo offrire è alla nostra massima attenzione. L’art 32 della Costituzione – cita e menziona il presidente della Regione – dice che la salute è diritto fondamentale dell’uomo e che rappresenta anche interesse generale della comunità e  contemporaneamente si assicura la gratuità nell’assistenza agli indigenti. Intorno a questi principi ruotano gli aspetti della sanità e tutto ciò che riguarda le Rsa entra nel Fondo Sanitario Regionale – spiega Giani chiarendo come le minori risorse provenienti da Roma poi vengono a significare meno risorse per le Rsa -: le risorse che mettiamo nella quota sanitaria che nell’arco di due anni passerà al 54 a 59,1 il giorno, sono risorse che fanno parte del Fondo Sanitario Regionale. Se io ho raggiunto un accordo con coloro che rappresentavano il mondo Rsa lo scorso agosto, l’ho fatto perché non volevo poi essere condizionato e trovarmi in una situazione in cui si dice ‘vorrei ma non posso’ – motiva Giani riferendosi a quella che sarebbe stata la successiva legge di bilancio decisa dal governo Meloni- Le esigenze dovevano trovare risposte per dare respiro a chi gestisce queste strutture  e mi fa piacere che l’accordo sia apprezzato. Del resto cosa sono 3 miliardi messi dal Governo quest’anno su 24 della finanziaria? Questo è il secondo atto legislativo di bilancio, l’anno scorso furono 2,1 i miliardi. Ma considerando l’inflazione legata al costo dell’energia, questo si traduce in meno  299 milioni cioè 3,6% in meno sul bilancio regionale: cercherò di trovare gli accorgimenti  ma la decisione che ho preso mi è sembrata quella giusta perché considero le Rsa uno strumento indispensabile per garantire il welfare che necessita una popolazione che ha 95 mila persone che versano in condizioni di non autosufficienza”. Conclude Giani: “La Toscana ha una rete di volontariato altissima: 550 tra Misericordie, Croce Rosse e Pubblica Assistenza. Se io non avessi questo mondo a cui diamo ogni anno 110 milioni  all’anno non avrei quelle alte prestazioni che è giusto che la Toscana abbia. Sono giusti quei 110 milioni che ogni anno do all’insegna della sinergia tra assistenza e sanità pubblica. Spero che quell’accordo raggiunto possa servire di esempio. Il livello di una società si riscontra nel modo con cui riesce a dare risposte a coloro che sono in difficoltà che non sono autosufficienti, senza lasciare indietro nessuno”.

Le parole con cui il presidente nazionale di Uneba Franco Massi ha salutato Eugenio Giani non lasciano dubbi circa la gratitudine per la boccata di ossigeno data al settore in perenne ricerca di personale ma che per via del livello stipendi e dello stress per la mole di lavoro rende difficile trovare: “Grazie per l’intervento attento e preciso. Ha saputo dimostrare grande sensibilità e grande coscienza, che l’hanno portata a stringere questo accordo regionale, da noi adeguatamente pubblicizzato a livello nazionale. Un accordo che ci permetterà di crescere tutti insieme”.