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Festa Cgil a Ca’ Michele, sul tavolo del dibattito: campo largo, lapideo e clima politico a Massa

«La crisi della rappresentanza parla tanto anche a noi. Servono risposte a difesa della sanità e della scuola pubblica. Partiamo dai programmi. Bene l’iniziativa del capogruppo del PD in Consiglio regionale di estendere la filiera indipendentemente che si tratti di agro o bene estimato».

MASSA-CARRARA – “Costruire l’alternativa partendo dal lavoro e dalla messa in discussione dell’attuale modello di sviluppo. Abbiamo bisogno di coniugare diritto al lavoro, alla salute e rispetto dell’ambiente. L’altra sera alla nostra Festa, con la partecipazione di tantissime persone, ne abbiamo parlato insieme a Nicola Fratoianni, Roberto Fico, Peppe Provenzano e Daniela Barbaresi. Come abbiamo detto più volte, vogliamo essere lievito per questo campo, ecco perché abbiamo organizzato un confronto con autorevoli esponenti dei principali partiti a cui crediamo spetti l’onere di costruire l’alternativa: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra”. Nicola del Vecchio fa una sintesi del contenuto espresso all’interno dei dibattiti in corso a Ca’ Michele alla festa provinciale della Cgil. Il segretario generale della Cgil di Massa-Carrara prova quindi a spiegare i propositi, gli obiettivi e una propria analisi guardando agli scenari del presente e dell’immediato futuro. “Oggi la metà delle persone non si reca più al voto -considera il segretario di Cgil -, e questa crisi della rappresentanza parla tanto anche a noi. Ecco perché sono convinto che serva immaginare risposte capaci di mettere in campo politiche a difesa della sanità e della scuola pubblica, per l’equità fiscale, per una vera ed effettiva giustizia sociale. L’alternativa ha bisogno di parole chiare e di una nuova radicalità, solo così si può tornare ad essere credibili e a parlare con tutte quelle persone deluse, che sono la nostra base, e che in questi anni hanno visto tradite le loro aspettative e le loro speranze da chi, pur richiamandosi alla sinistra, ha attuato politiche di fatto contro lavoratrici e lavoratori, contro i loro diritti, favorendo precarietà e diminuendo tutele. Non mi appassiona il nome che daremo a questo campo, la cui costruzione ritengo necessaria e non più rimandabile. Campo largo, campo giusto, a me interessa che sia un campo che abbia chiaro l’obiettivo: difendere e attuare la Costituzione antifascista. Di ciò – aggiunge e suggerisce Del Vecchio allungando lo sguardo alle elezioni regionali del 2025 – dobbiamo assolutamente parlare anche in Toscana in vista delle elezioni regionali del prossimo anno. Ma questo percorso non può svilupparsi solo con un confronto di classi dirigenti, non può prevedere solo una discussione sui futuri assetti. Non basterà una somma di simboli elettorali a fermare l’avanzata di una destra rispetto alla quale stavolta sarà più difficile gridare al rischio per la democrazia visto che già tante cittadine e cittadini li hanno scelti e riconfermati per amministrare tanti, troppi, Comuni toscani, come a Massa sappiamo bene. È a partire da questo che dobbiamo interrogarci e anche riconoscere errori e mancanze. Partiamo dai programmi, frase che sentiamo spesso dire e poco attuare. Facciamolo stavolta, apriamo una fase nuova anche in Toscana. Tre parole: radicalità, coerenza, coraggio. Non possiamo nascondere le difficoltà di una Toscana che marcia a più velocità, dove se si vive nell’area centrale si ha la possibilità di usufruire di servizi, di infrastrutture e di opportunità maggiori che nell’area costiera o nelle aree interne. Serve un impegno concreto per superare questa situazione e per colmare questi divari, queste disuguaglianze territoriali inaccettabili. Lo dico a partire dal nostro territorio – riflette Del Vecchio parlando del nostro territorio e del nodo lapideo -: servono politiche coraggiose e coerenti, che ci consentano di costruire un nuovo equilibrio nel settore lapideo capace di coniugare tutela dell’ambiente, diritti e sicurezza dei lavoratori e redistribuzione della ricchezza. Bene a questo proposito l’iniziativa del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, di estendere la filiera a tutto il settore, indipendentemente che si tratti di agro o bene estimato, un bel cambio di passo rispetto a quanto avvenuto nella scorsa legislatura quando quella proposta non andò mai in discussione perché fu ritenuta non prioritaria. Allo stesso tempo abbiamo la necessità di valorizzare la nostra zona industriale evitando cambi di destinazione d’uso come invece vorrebbe l’amministrazione comunale di Massa, e poi voglio sottolineare anche la necessità di dotarci quanto prima del piano regolatore portuale, un’infrastruttura che serve al territorio e permetterà, pur nel rispetto dei necessari vincoli ambientali, di garantire investimenti e sviluppo. Così come sono necessarie le bonifiche per le aree soggette ad inquinamento, rispetto alle quali da troppo tempo ascoltiamo sempre e solo proclami. Occorre passare dalle parole ai fatti. Mi permetto poi di fare una riflessione in merito al clima che si è venuto a creare in seno al Consiglio comunale di Massa dove è necessario il ripristino di un clima di dialogo e confronto, seppur con le legittime differenze politiche, sale della democrazia. Quanto accaduto durante l’ultima seduta del Consiglio comunale è solo la punta dell’iceberg di quello a cui stiamo assistendo da mesi all’interno dell’assise cittadina dove il clima sta diventando irrespirabile. Consigli comunali secretati, contrattazione sospesa e conseguente dipartita del Segretario comunale con strascichi polemici e minacce di denunce da parte del sindaco verso consigliere e consiglieri che legittimamente provano a fare il proprio mestiere, commissioni consiliari oscurate senza alcuna logica. Tutto questo non è più tollerabile. Come organizzazioni sindacali avevamo avviato un percorso di contrattazione che avrebbe dovuto portare alla stipula di un Protocollo e ad una stagione di reale e strutturale confronto che, invece, non si è mai avviata”.
“Come sapete – va alla conclusione il segretario generale di Cgil Massa-Carrara – su questo non abbiamo mai fatto sconti a nessuno. Non si tratta di fare politica, nell’accezione che qualcuno, in modo strumentale, prova a fare a questa parola. Noi conosciamo una sola politica: quella che ci porta ad occuparci dei diritti delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate, dei pensionati, dei giovani che hanno il diritto di poter studiare e poi lavorare nel nostro territorio e, più in generale, i diritti, sociali e civili, di ogni persona, nessuna e nessuno escluso. Se questo significa fare politica la facciamo, orgogliosamente, ogni giorno”.