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Dottoressa aggredita, l’Ordine dei Medici: «Così si straccia il patto per la salute»

Il presidente Manfredi dopo quanto avvenuto al Noa: «Come si fa a inveire contro di loro, a usare violenza verbale e fisica?». Anche la commissione regionale sul problema

MASSA-CARRARA – «Ma come si fa a inveire contro di loro i medici, a usare violenza verbale e fisica?». La domanda retorica arriva dal Carlo Manfredi, presidente dell’Ordine dei Medici di Massa-Carrara, dopo l’ultimo caso di aggressione al personale sanitario avvenuto nei giorni scorsi all’Ospedale delle Apuane (qui l’articolo). «Nelle difficili circostanze nelle quali si svolge il lavoro del personale sanitario nell’ambito delle attività di pronto soccorso in situazioni nelle quali è a rischio la sopravvivenza delle persone, tutto si decide in poco tempo. In questa fase cruciale – sottolinea Manfredi – i medici, integrati nell’equipe di assistenza, devono essere nelle condizioni migliori per attuare tutte le misure necessarie per il bene del paziente».

«Non sempre le decisioni assunte dall’equipe coincidono con quelle che desidererebbero parenti ed amici, e anche quando è stato fatto tutto il possibile i malumori o le differenze di opinione non mancano. Ma la competenza tecnico professionale appartiene all’equipe. Quando le cose vanno bene tutti si sentono gratificati. Quando non vanno nel verso desiderato, anche i sanitari sperimentano drammatiche reazioni emotive, ma devono andare avanti senza lasciarsi bruciare perché devono essere pronti al massimo delle loro potenzialità per il paziente successivo. C’è un limite che fa parte della condizione umana oltre il quale non ci si può spingere. E’ difficile accettare questa dura realtà in quei frangenti da parte di tutti i soggetti coinvolti. Ma come si fa a inveire contro di loro i medici, a usare violenza verbale e fisica?».

«Tanto più che, nel caso in questione, il paziente è stato trattenuto in osservazione. In questo modo – evidenzia il presidente dei medici apuani – si straccia il patto per la salute con coloro che si prendono cura dei sofferenti e si danneggiano le loro facoltà di curare senza indebite ingerenze e condizionamenti. Ci sono mezzi e metodi più efficaci per verificare l’operato nell’interesse di tutti coloro che ne hanno e ne avranno bisogno. Praticare l’intimidazione è la forma più rozza e arcaica per far valere un punto di vista, fondato o, come più spesso accade, infondato che sia. Massima solidarietà alla dottoressa vittima della violenza e auspicio di un cambiamento negli orientamenti e nei comportamenti degli utenti».

Aggressioni: il punto in commissione regionale

Le aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario hanno portato la Commissione regionale competente a convocare una apposita seduta per fare il punto della situazione. Il 4 settembre, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, la commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), incontrerà, insieme all’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, i direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliere, del Meyer, della Fondazione Monasterio e di Ispro, per capire quale sia lo stato di attuazione della delibera di giunta, dello scorso ottobre, in merito al “progetto di potenziamento di dispositivi infrastrutturali e di misure di comunicazione e formazione, per le Aziende e Enti del Ssr per la prevenzione delle aggressioni e azioni di tutela del personale aggredito”. Nella delibera, accanto alle possibili azioni da sviluppare – che spaziavano dal miglioramento della fruibilità della comunicazione alle misure strutturali e tecnologiche, passando rigorosamente dalla formazione – venivano indicate anche le risorse disponibili, per un totale di 2 milioni e 200mila euro.