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Sanità a Carrara, i comitati tornano all’attacco: «Ancora troppe domande senza risposta»

«La manifestazione del 19 agosto scorso svoltasi di fronte al Monoblocco, ha chiesto con forza l'intervento del Consiglio comunale per fermare la sciagurata corsa verso il baratro in cui l'Asl ha deciso di far precipitare la sanità della città»

CARRARA – Le domande della città sulla sanità rimangono ancora senza risposta. I Comitati Primo Soccorso e Urgenza Carrara, Sanità Pubblica Versilia Massa Carrara, Salute Pubblica Massa-Carrara e il Movimento Lunezia tornano all’attacco. «La manifestazione del 19 agosto scorso – affermano – svoltasi di fronte al Monoblocco, ha chiesto con forza l’intervento del Consiglio comunale per fermare la sciagurata corsa verso il baratro in cui l’Asl ha deciso di far precipitare la sanità della città di Carrara. Soprattutto, ha richiamato in causa la prima cittadina, massima autorità sanitaria e presidente della Conferenza dei sindaci, che dovrebbe rappresentare gli interessi di tutti gli utenti, malati e non, per chiederle di dare spiegazioni riguardo ai servizi sanitari sempre più in difficoltà, se non in stato di grave degrado. I numerosi e consapevoli cittadini hanno richiesto chiarimenti riguardo allo stato di abbandono degli edifici a disposizione dell’Asl e del Comune, edifici che non vengono mai menzionati né dalla sindaca né dai rappresentanti della maggioranza, né dai sindacati (quelli che partecipano alla cabina di regia) nelle loro numerose risposte affrettate e confuse affidate agli organi di stampa».

«Dopo il 19 agosto, infatti, abbiamo assistito a una triste, talvolta ridicola, sequela di risposte ambigue da parte dell’Asl e della cabina di regia, risposte alle puntuali domande formulate dai Comitati in lotta e dai cittadini. La “perla” di queste risposte è stata la frase: “Ormai il dado è tratto”, riferendosi al piano di smantellamento del Monoblocco, al frettoloso trasferimento delle cure intermedie a Fossone e alla pervicace insistenza sulla famosa (o meglio, fumosa) costruzione dell’inutile e costoso cubo di cemento, denominato “palazzina”, che intendono edificare a fianco del Monoblocco. Questa “palazzina” dovrebbe, nelle intenzioni dei geniali progettisti della sanità locale, risolvere tutti i numerosi problemi del sistema sanitario locale. Tuttavia, come ormai evidente, si tratta di un piano basato su un “gioco delle tre carte”. Si fanno promesse di soluzioni mirabolanti, sostenute dall’assessorato regionale alla sanità, ma si tratta di progettualità spalmate fino al 2027, mentre nel concreto si attuano piani di smantellamento e abbandono visibili e privi di una ragione apparente».

«Il trasferimento a Fossone delle cure intermedie si è rivelato, come previsto, un’inutile e dannosa forzatura. Basti pensare all’uso di generatori a gasolio come fonte energetica “ordinaria”, quando tutti sanno che tali macchinari in tutte le strutture sanitarie regolarmente accreditate sono destinati a entrare in funzione solo in caso di emergenza. Altra domanda senza risposta: a cosa serve tutto quello spazio inutilizzato nella struttura di Fossone? A tal proposito, avevamo chiesto pubblicamente alla sindaca e all’amministrazione di invitarci a un sopralluogo per verificare la funzionalità e l’adeguatezza della struttura, ma niente, nessuna risposta pervenuta fino a oggi».

«Così come abbiamo chiesto – proseguono – e torniamo a farlo in questa sede, la convocazione di un Consiglio comunale su tutti questi temi, soprattutto in relazione allo stato di abbandono e degrado di tutti i distretti sociosanitari e dei vecchi edifici storici. Inoltre, facciamo richiesta, non ultima per ordine di importanza, di visionare i progetti esecutivi della famosa “palazzina”, comprendere la sua specifica destinazione e sapere quale sarà il destino degli spazi del Monoblocco, considerando che, a costruzione ultimata, l’Asl disporrà (mantenendo il Monoblocco ristrutturato come promesso) di ben 16.000 metri quadrati di cemento, vecchio e nuovo, a disposizione».

«A proposito di cemento, vorremmo anche delle risposte in merito all’ultimo rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa), in cui la Toscana figura ai primi posti per consumo di suolo, equivalente a 500 campi da calcio ogni anno. Naturalmente, i finti ecologisti “progressisti” della domenica apuani fanno finta di nulla, tralasciando il non trascurabile fatto che il nuovo cubo di cemento vagheggiato dalla cabina di regia, oltre a essere uno spreco di soldi pubblici, contribuirà a migliorare quel triste record».

«Infine, a proposito delle “genialate regionali”, l’ultima trovata è spacciata come “rivoluzione”: il numero di emergenza che servirà ad attivare la guardia medica. In poche parole, poiché il servizio di guardia medica non funziona (perché mancano medici), si è deciso di spendere un sacco di soldi in materiali e risorse umane per mettere in piedi un sistema di scatole cinesi. Ma la trovata più bella è la telemedicina: poiché non ristrutturiamo nulla, non assumiamo più nessuno, non investiamo in materiali e risorse umane, e poiché i pronto soccorso sono al collasso, si preferisce organizzare un sistema telefonico per rispondere alle richieste non urgenti, quelle della sanità di minore urgenza. Ma noi domandiamo: che fine hanno fatto le Case di Comunità, precedentemente denominate Case della Salute (secondo il Piano Regionale, a Carrara ne spetterebbe una di terzo livello con punto di primo soccorso)? E dove sono finiti i Distretti Sociosanitari, la Medicina di territorio e l’Infermiere di Quartiere?».