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«Aumentare l’escavazione sulle Apuane? Proposta vergognosa»

L'associazione Apuane Libere si scaglia contro le recenti dichiarazioni della Feneal Uil

MASSA-CARRARA – L’organizzazione di volontariato Apuane Libere interviene a margine delle parole rilasciate dai delegati regionali del sindacato Feneauil Uil (qui), i quali «vergognosamente si oppongono alla diminuzione dell’estrazione del marmo sulle Alpi Apuane. Mentre il mondo discute su problemi vitali per l’umanità e la sostenibilità del nostro pianeta come ridurre i fattori inquinanti, agire per contenere gli effetti del cambiamento climatico, preservare l’ambiente e gli ecosistemi per le presenti e per le future generazioni, piantare alberi come ci consiglia il professor Mancuso e altri scienziati; che cosa avviene a Carrara? Niente di buono, si continua a voler essere considerati il territorio più sfruttato e devastato a livello europeo, più di quanto è stato fatto da duemila anni a questa parte».

«Quale può essere il giudizio verso chi distrugge montagne che la Natura ha impiegato milioni di anni per realizzare e che sono vitali per il nostro ecosistema, per permettere a multinazionali e società per azioni senza scrupoli di fare dei profitti superiori persino ai grandi potentati del narcotraffico? Come è possibile – continuano dall’associazione – che i cittadini non si ribellino allo sfruttamento e alla devastazione del proprio territorio e delle sue risorse non rinnovabili dinanzi alla assenza di ricadute positive per la popolazione, impoverita in una città in cui il tessuto sociale e il commercio sono asfittici? Come è possibile – poi – che un  sindacato importante come la Uil, il quale dovrebbe lottare per la tutela dei diritti e del benessere dei lavoratori ma anche dei cittadini, sembra invece volersi abbarbicare allo scranno degli usurpatori del territorio, di chi devasta il presente e il futuro di generazioni, per partecipare alle briciole di un monopolio caratterizzato dall’arroganza e della violenza ai massimi livelli, contro la natura e contro la vita, contro il buon senso, la ragionevolezza e l’intelligenza? I sindacalisti si limitino a fare bene la loro mansione di tutela degli operai del settore lapideo, senza scendere spudoratamente al servizio dei grandi potentati economici, i quali non perdono tempo per piangere miseria chiedendo alla Regione Toscana un aumento percentuale dei valori da estrarre al monte».

«Aumentare l’escavazione – così come proposto dalla Uil – potrà portare soltanto a nuova povertà, nuove devastazioni e terribili tragedie, mentre è opportuno costringere chi ci governa a trovare soluzioni alternative a questo tipo di economie così lesive nei confronti della salute dei cittadini e dell’ambiente». «Siamo disgustati – tuona Gianluca Briccolani presidente dell’associazione – che alle soglie del 2025 e in un’epoca di catastrofi ambientali dovute ai cambiamenti climatici, si continui a chiedere di assumere personale in questi siti di morte e distruzione della natura, ancora ignorantemente chiamate cave.
Le parole dei sindacalisti della Uil sono delle palesi bugie sconfessate dai numeri: 5 milioni di metri cubi di marmo vengono annualmente strappate dalle montagne apuane, con un ritorno che secondo criteri logici dovrebbe essere di 5 miliardi di euro e che solo nella città di Carrara – nel 2024 – si parla invece di un introito di 26 milioni di euro (che diventano 20 milioni di euro perché 6 milioni sono restituiti al marmo traffico per la manutenzione della strada dei marmi). Eppure il sindacato – continua il presidente – che ha a disposizione i dati, dovrebbe riuscire a calcolare che 20 milioni di euro rispetto a 5 miliardi, rappresentano lo 0,4% lasciato alla collettività, a meno che non debba per comodo ricoprire il ruolo di servo sciocco di pochi feudatari… Ma soprattutto mai una mezza parola d’amore nei confronti dell’ambiente, mai prospettare nuove tipologie commerciali che possano avere connessioni con il vero rispetto dell’ambiente e magari possano consentire il recupero dell’ambiente e garantire salari equi, sicurezza, previdenza e assistenza e anche cultura, miglioramento del territorio, tutela della biodiversità e degli ecosistemi…».

«I profitti milionari sono sotto gli occhi di tutti e sono fatti sulla sofferenza della cittadinanza, con la devastazione delle montagne, del paesaggio, sul patrimonio di beni irripetibili e non rinnovabili, producendo inquinamento delle sorgenti, dei corsi d’acqua, dell’aria, distruzione di biodiversità anche marina – si pensi al danno della marmettola che finisce in mare – dovuta dall’incessante consumo e dalla distruzione  irreversibile di quel reticolo idrografico che il Comune di Carrara adesso vorrebbe cancellare con un tratto di penna perché ormai completamente distrutto dalle benne degli escavatori. A nostro avviso – conclude Briccolani – le varie sigle sindacali dovrebbero adoperarsi per impedire alle aziende di distruggere l’ambiente, che appartiene anche a loro e ai loro figli, ingegnandosi a trovare e a proporre nuove forme di lavoro sul territorio, basate sulla cultura, sul turismo e su una produzione artigianale rispettosa dell’ambiente, degli ecosistemi e delle biodiversità».