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«Una persona morta all’ex Cat di Avenza, l’amministrazione faccia chiarezza»

Simone Caffaz: «Situazione fuori controllo, si attuino politiche volte a superare il degrado e l'illegalità»

CARRARA – «Nonostante la mozione recentemente approvata dal Consiglio comunale la situazione nella parte storica di Avenza è sempre più grave ed emergenziale. Dopo diverse settimane ad esempio non è stata fatta adeguata chiarezza da parte dell’amministrazione sul cittadino moldavo morto all’ex Cat, in locali di proprietà del Comune: cosa faceva quella persona in quel luogo? Quali sono le cause del suo decesso? Perché l’amministrazione comunale non ha fatto chiarezza sulla vicenda e, anzi, ha fatto in modo che sino ad oggi la notizia non uscisse? Chi ha sbrigativamente diffuso la vox populi che la causa della morte fosse un suicidio? Forse perché la stampa non è solita pubblicare la notizia dei suicidi?». È il consigliere comunale di opposizione, Simone Caffaz, a intervenire sulle persistenti condizioni di degrado di Avenza (Carrara, Massa-Carrara), portando all’attenzione del pubblico un grave episodio di cronaca.

«Per quanto ci riguarda – afferma Caffaz – torniamo a ribadire che la situazione di ordine pubblico nella parte storica di Avenza è di particolare gravità, gli episodi di cronaca si moltiplicano e l’amministrazione non fa quello che dovrebbe e potrebbe. Il problema non è tanto legato all’eccessiva presenza di attività commerciali gestite da stranieri, in un solo isolato ne ho contate 22, che tutt’al più evidenzia il progressivo degrado e depauperamento del tessuto commerciale del quartiere e la progressiva chiusura delle storiche botteghe di vicinato. Il problema è che alcune di esse, a cui se ne aggiungono altre gestite da italiani, operano nella completa illegalità senza che l’amministrazione comunale e i vigili urbani intenvengano. Partendo dalla violazione meno grave, ma anche più immediatamente verificabile dai vigili, c’è chi svolge attività di mescita di alcolici senza averne titolo e gli avventori, non essendoci un bagno per i clienti, bivaccano, urinano (e anche oltre…) in pieno giorno davanti a tutti. Ma è risaputo, e molti residenti ce lo hanno confermato, che vi sono anche esercizi presso i quali si svolge un’attività parallela di prostituzione e altri ancora che sono aperti solo per coprire un più remunerativo business di droga. Insomma in queste attività succede di tutto».

«In una situazione di diffusa illegalità e al di fuori di ogni controllo, si moltiplicano i gravi episodi di cronaca, le risse e le scene da film e a farne le spese sono i cittadini e i commercianti regolari ormai esasperati. I furti nelle attività regolari sono all’ordine del giorno, alcuni esercenti sono stati costretti a collocare nelle attività degli armadietti con la chiave e ad assumere dei vigilanti. A fronte di tutto questo, l’amministrazione comunale, nonostante la mozione approvata all’unanimità – conclude il consigliere – non fa nulla non solo per rilanciare il quartiere, completamente dimenticato dagli eventi estivi, ma non effettua neppure quei basilari controlli amministrativi volti a ripristinare un minimo di legalità».