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Porto di Carrara Spa in vendita. «Quale futuro per i lavoratori?»

La Cgil è preoccupata per la trattativa in corso tra la società di Bogazzi e il fondo d'investimento F2i: «Chiediamo un incontro urgente con l'azienda»

Circa un mese fa avevamo dato notizia dell’interessamento del fondo di investimento F2i nei confronti della Porto di Carrara Spa, la società dell’armatore apuano Enrico Bogazzi. Le trattative nelle ultime settimane si sono susseguite con l’obiettivo di acquisire le società che gestiscono alcune banchine dei porti di Marina di Carrara e di Marghera. Si tratta di un fondo composto da istituti e fondazioni bancarie che, dopo aver investito sugli aeroporti italiani, vorrebbe anche aver voce in capitolo anche sugli scali marittimi.

A questo proposito la Cgil di Massa-Carrara ha espresso preoccupazione circa il futuro al quale potrebbero andare incontro i lavoratori della Porto Spa: «Da tempo si susseguono voci sulla probabile vendita di Porto di Carrara Spa, voci che nelle ultime settimane sono diventate più insistenti, dando ormai per scontato il passaggio della società sotto il controllo del Fondo d’investimenti F2i. Come organizzazioni sindacali, ed in particolare come Filt Cgil e Cgil Massa-Carrara, stiamo da tempo chiedendo un incontro alla dirigenza come previsto dal capitolo sulle relazioni sindacali del vigente contratto collettivo nazionale di lavoro, finalizzato a ricevere informazioni in merito alla situazione della società ed in particolare per il futuro e la stabilità dei lavoratori, ma ad oggi ancora non abbiamo avuto risposta».

«In un corretto percorso di relazioni industriali – evidenzia il sindacato – non è ammissibile che il futuro e le scelte strategiche di un’impresa così importante per l’intero territorio vengano messe a conoscenza dei rappresentanti dei lavoratori solo tramite i media sia locali che nazionali. Rinnoviamo quindi la nostra richiesta di un incontro nel breve periodo per essere messi a conoscenza delle intenzioni aziendali e del futuro di tutti i lavoratori in forza alla Porto Spa e alle sue controllate. In caso contrario rivendicheremo prerogative e diritti nelle sedi opportune, a tutela dei lavoratori».