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«Massa, aeroporto in stato di abbandono e nei primi sei mesi perso il 90% dei traffici»

«Le tariffe dei parcheggi non erano così alte come quelle applicate ora tant’è che stanno andando tutti a Pontedera e non facevamo pagare i passeggeri come stanno facendo ora. Inoltre adesso i velivoli non possono più rifornirsi di carburante»

MASSA – “L’aeroporto è in stato di abbandono. Qualche giorno fa un aeroplano in atterraggio è stato danneggiato da un albero ed Enac non è intervenuta. Quando successe a noi una cosa simile ci chiusero per 4 mesi. Perché l’Enac dal 22 agosto non si è mai vista per un controllo?”. Le parole di Gianni Baldi, presidente di Aeroclub pronunciate in conferenza stampa non lasciano dubbi su come ci sia ancora molta amarezza da parte dell’associazione sportiva per l’intera vicenda. Aeroclub era uscito di scena nell’agosto scorso dopo ben 55 anni di gestione dell’aeroporto del Cinquale, aeroscalo strategico per le rotte che attraversano il Paese lungomare e tappa fondamentale per chi arriva da Nizza e dalla Francia. “Da Montecarlo all’Elba non c’è più dove fare carburante se non ad Albenga, poi si deve arrivare fino  Roma, ancora più giù fino  a Napoli e poi fino a Reggio Calabria, mentre in tutta la Sicilia non c’è nessuna possibilità di fare carburante” spiega  Giovanbattista Baldi, il presidente dell’Aeroclub che in seguito  all’ ordinanza di sgombero dell’amministrazione Persiani ha dovuto abbandonare scalo e gestione dello stesso. Un presidio fondamentale, a detta di Baldi nella conferenza stampa indetta appositamente per fare il punto sulla situazione dello scalo. “Nei primi 6 mesi di gestione comunale ha perso il 90% dei traffici, hanno incassato nei primi mesi 9 mila euro di tassa di atterraggio, andando incontro a spese pari a 300 mila euro, praticamente quanto il debito che avevamo maturato e per cui ci hanno mandato via –  sostiene Baldi che aggiunge – intanto continuano ancora a chiamarmi: l’altro giorno mi ha telefonato la Guardia di Finanza di Pisa. Ci cercano e sono disperati” rivendica il presidente dell’associazione sportiva. L’aeroporto, lo ricordiamo, non solo fa servizio istituzionale con la promozione del volo ma fa anche servizio commerciale e serve i vari corpi militari: lì atterra Pegaso, il 118, i mezzi militari, i vigili del fuoco. Insomma un servizio tout court ma andandosene via, spiega Baldi, l’Aeroclub ha portato con sé anche le attrezzature per erogare il carburante: l’aeroporto quindi non è più in grado rifornire i velivoli, che sono di conseguenza costretti ad atterrare ad Albenga per fare rifornimento e per eventualmente poi raggiungere l’Elba.

Nessuno, a Massa, mette in dubbio l’importanza dell’aeroporto: quanto veniva messo in discussione era invece lo sgombero ordinato dal Comune ed il debito contratto nel tempo da Aeroclub verso il Comune stesso per un importo di 400 mila euro. Il primo è stato oggetto di una sentenza del Tar e una del Consiglio di Stato con cui è stata data ragione al Comune, mentre il secondo ( con il relativo decreto ingiuntivo di pagamento) è oggetto di processo in corso e ancora al primo grado di giudizio. Gianni Baldi precisa: ”Il Tar e il Consiglio di Stato non sono entrati nel merito della questione, di questo, delle ragioni sostanziali del debito, se ne sta occupando il tribunale di Massa: i tribunali amministrativi hanno solo affermato la validità della procedura seguita dal Comune, ma se quei soldi siano veramente dovuti al Comune è ancora da appurare in sede giudiziaria”.

Giovanbattista Baldi ha voluto raccontare la storia di quel debito e di come abbia operato l’associazione in tutti questi lunghi 55 anni, per fare chiarezza una volta per tutte,  a valle di dichiarazione e controdichiarazioni comparse a più riprese sui giornali. Intanto la gestione di Baldi, ci tiene a precisare, aveva il bilancio in attivo di 12/13 mila euro, con un volume di affari di 500 mila euro e un fatturato di mezzo milione di euro (tra i servizi di atterraggio vari e le royalities per il carburante). “Le tariffe dei parcheggi non erano così alte come quelle applicate ora tant’è che stanno andando tutti a Pontedera– precisa Baldi – e non facevamo pagare i passeggeri come stanno facendo ora. Dobbiamo considerare che noi gestivamo gratuitamente l’aeroporto mentre adesso il responsabile viene pagato profumatamente dall’amministrazione”.

Venendo al debito maturato verso l’amministrazione e a come si sia arrivati alla somma chiesta, Gianni Baldi puntualizza alcuni punti e la ragione per cui l’amministrazione ha deciso di prendersi la gestione: “Tutto è nato l’1/12/2012 quando viene firmato l’atto di transazione: l’Aeroclub aveva un  debito pregresso con il Comune scaturito  da vari canoni non pagati di 290 mila euro circa. L’allora presidente fece una fidejussione per l’azzeramento di questo debito dando fidejussione assicurativa al Comune, da escutere qualora l’Aeroclub non avesse pagato: ma l’Aeroclub non poteva pagare quella cifra importante e infatti non ci riuscì. Il Comune però non ha mai chiesto quei soldi all’assicurazione che comunque dopo qualche tempo fallì e questo è stato un moltiplicatore di debito. Nel 2012 Aeroclub aveva un debito di 290 mila euro maturati in 55 anni di gestione: ed è paradossale che il Comune in 6 mesi abbia pagato circa 300 mila euro quindi  oltre il debito dell’Aeroclub e avvicinandosi al debito attuale, che si è alzato a causa di questo moltiplicatore, questa transazione discutibile, tanto che in seguito il presidente che la firmò venne allontanato. Loro, il Comune- prosegue Baldi sintetizzando la questione centrale della vicenda giudiziaria – ci chiede 400 mila euro e noi in giudizio abbiamo addotto, in compensazione,  i lavori straordinari fatti in questi 55 anni che hanno un valore  di circa 800 mila euro”. Baldi chiarisce quindi le ragioni del debito legato al mancato pagamento dei canoni: “Noi siamo un’associazione sportiva, i dirigenti non sono mai stati degli imprenditori, sono sempre stati dei presidenti di attività sportiva quindi tenere i numeri della gestione non era il loro lavoro: chi faceva il giudice, chi il medico,  quindi non sono stati attenti alla gestione che doveva essere documentata e spesso non c’era traccia di incassi e spese. Però i lavori sono stati fatti: vedete quanto sta spendendo adesso il Comune per tenere in regola l’aeroporto!”.

Ad Aeroclub, a questo punto, non resta che stare alla finestra e osservare quanto sta succedendo: “Adesso il Comune ha la gestione, che è una cosa inusitata – sottolinea Baldi -: è come se il Comune di Milano gestisse Linate. E della eventuale gara per assegnazione del sedime di cui sento parlare ma che non è ancora partita: non so quale società possa prendere un sedime senza fare interventi veramente essenziali, come la pista per esempio che deve essere tutta asfaltata”. Nel frattempo la scuola piloti dell’Aeroclub, la quale nel tempo aveva sfornato circa un centinaio di piloti e che al momento dello sgombero contava otto allievi più due in fase di iscrizione, ha dovuto chiudere. “E pensare che noi eravamo pronti a trattare con l’amministrazione – è il rammarico di Gianni Baldi – potevano trattare con noi, ma hanno preferito mandarci via in modo assurdo”.