Appello sui pini di Marina di Carrara, lettera aperta alla sindaca: «Aprite tavolo tecnico pubblico»

«Le chiedo inoltre che la Sua amministrazione e il consiglio comunale discutano il “piano del verde” previsto dalla legge, in modo tale da programmare gli interventi futuri nel contesto di una visione complessiva. Un percorso partecipato, ragionato, fondato su criteri scientifici, incentrato sul rispetto della natura non solo è possibile, ma ci siamo obbligati»

MARINA DI CARRARA – La professoressa Florida Nicolai, conosciuta ambientalista carrarese, membro di numerose associazioni ecologiste tra cui ricordiamo GrIG e Apuane Libere, era stata tra i protagonisti assieme ad altri cittadini e durante la consiliatura precedente, delle vicende ruotate intorno ai pini e alle palme di viale Colombo. Lo ricordiamo proprio perché l’oggetto della sua lettera pubblica, indirizzata alla prima cittadina, verte sulla questione diventata ancora più centrale in seguito alla tempesta di vento del 18 agosto.

Pubblichiamo di seguito la lettera.

 

Gentilissima Ing. Arrighi, Signora Sindaca,

è passato un mese dalla violentissima tempesta che si è abbattuta sulla nostra città.  L’ho seguita nella campagna elettorale, e ho apprezzato la Sua volontà di ricostruire un percorso  partecipativo fondato sulla trasparenza e sulla consapevolezza dei cittadini e ho apprezzato la sua integrità nel preferire una cesura a comodi accordi. Non sono pertanto scorata a scriverLe, né mi proteggo con la disillusione che spesso la politica ha costretto i cittadini ad indossare. Torno a chiederLe per un antico e perso dovere dei cittadini, il dovere civico: quello di rivolgermi a Lei per preoccupazioni in merito alle intenzioni e agli interventi del comune. La mia richiesta è comprendere il metodo di lavoro della Sua amministrazione e aprire nuovamente – la politica ne ha bisogno, per non “finire” il proprio ruolo partecipativo e democratico – la condivisone e la partecipazione con i cittadini riguardo le ragioni degli abbattimenti in corso. Da settimane il rumore delle motoseghe domina sull’abitato di Marina di Carrara. Si taglia senza sosta, si interviene sui colpevoli pini. Una vendetta rituale contro la natura che lo scorso agosto si è manifestata impetuosa e impietosa. Le squadre di operai intenti a radere al suolo un patrimonio arboreo quasi secolare fanno emergere la sensazione di trovarsi di fronte ad una reazione “antropocentrica”, irrispettosa della natura (e dei suoi dei…), motivata dall’uomo in base alle proprie utilità immediate, furiosamente volta a combattere una natura descritta e pensata come nemica, avversaria da piegare. Da molti anni gli studi in materia urbanistica ed ecologista sostengono un approccio contrario, fondato sulla coabitazione tra uomo e natura integrati in un ecosistema, il cui equilibrio deriva dalla comprensione dei comportamenti della natura. La natura non uccide, non si vendica, non presenta il conto, non deve essere sconfitta. Al contrario, la natura e i suoi processi subiscono gli interventi umani, quegli interventi inquinanti sul piano globale o di amministrazione del territorio locale che portano poi alla tragedia che abbiamo vissuto. Le pongo per prima e forse essenziale la questione di metodo: in quale modo la sua amministrazione intende coinvolgere la cittadinanza e renderla consapevole dei criteri scientifici oggettivi e incontrovertibili che determinano una sentenza di morte di molti alberi?  Ho sentito dell’idea di proseguire sul solco del progetto (ignoto ai cittadini) della precedente amministrazione, palesato negli scorsi anni con abbattimenti indiscriminati e impianto di palme di Viale Colombo. I pini sono troppo importanti per il nostro paesaggio e la nostra cultura per essere sacrificati sull’altare della semplificazione e del luogo comune. Il mio appello è di pensare una moratoria dei lavori in corso (già causa di un danno erariale), di aprire un tavolo tecnico pubblico formato da agronomi e botanici indiscussi, di convocare una pubblica assemblea in cui i cittadini siano resi consapevoli delle ragioni che stanno a monte degli interventi. Le chiedo inoltre che la Sua amministrazione e il consiglio comunale discutano il “piano del verde” previsto dalla legge, in modo tale da programmare gli interventi futuri nel contesto di una visione complessiva.

Un percorso partecipato, ragionato, fondato su criteri scientifici, incentrato sul rispetto della natura non solo è possibile, ma ci siamo obbligati. Non è piegando la natura che salvaguarderemo l’ambiente, perché questo ambiente non è nostro: semplicemente ci contiene.

Con fiducia

Florida Nicolai