«La violenza contro le donne sul lavoro non è una questione su cui mettere bandierine»

MASSA – «Mentre leggevo l’articolo riguardante l’inqualificabile episodio ai danni della giornalista Greta Beccaglia, a cui va tutta la mia solidarietà, pensavo alla mozione circa la violenza contro le donne sui luoghi di lavoro, discussa nell’ultimo consiglio comunale. Nonostante la mozione sia stata approvata, rimane l’amaro in bocca per il teatro che è andato in scena che dimostra solo una cosa: in pochi hanno capito veramente il senso di questa mozione». Inizia così la lettera aperta che Sonia Castellini, coordinatrice provinciale di Azzurro Donna, diretta al consiglio comunale di Massa dopo la discussione e l’approvazione della mozione presentata proprio da Forza Italia contro la violenza sulle donne nei luoghi di lavoro.

«La violenza sui luoghi di lavoro, ai danni delle donne, non è una questione su cui mettere bandierine sottoforma di emendamenti, è una cosa seria e sono contenta per le consigliere donne che evidentemente non hanno mai dovuto subire alcuna molestia, si ricordino però che è una violenza più diffusa di quanto si pensi. Guardiamo tutti quanti il video della giornalista che viene palpata all’uscita dallo stadio. Se l’autore di questo gesto è un cretino maleducato senza alcun rispetto, il collega che le dice di non prendersela come lo definiamo? Ma certo, the show must go on e così succede che nell’indifferenza di tutti (amministrazione compresa) la violenza ai danni delle donne nei luoghi di lavoro continua e se vogliamo cresce. – scrive Castellini – Ho condiviso il mio pensiero, ed il video in questione, con l’amico, promotore della mozione sulla violenza nei luoghi di lavoro, Luca Tonlazzerini, il quale esprime la sua indignazione dicendo che a poche ore dalla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si sia spesa l’ennesima molestia verso una donna, la giornalista Greta Beccaglia, mentre stava svolgendo il proprio lavoro. Un piccolo frammento di filmato mette in luce l’ennesima molestia che, più spesso di quello che si possa pensare, una donna è costretta a subire sul luogo di lavoro».

«La cosa ancora più raccapricciante è che la giornalista è stata costretta a difendersi non solo dai palpeggiamenti subiti ma anche dall’atteggiamento indegno del collega in studio che la invitava “a non prendersela”. Questo dimostra il bisogno di affrontare il problema sia sotto il punto di vista culturale che sociale e la necessità di unire ai gesti simbolici azioni concrete. – continua la coordinatrice di Azzurro Donna – Ogni persona vittima di violenza, di molestia o stalking va ascoltata, difesa, aiutata, supportata e soprattutto non dobbiamo restare indifferenti o “voltare la testa da un’altra parte” ma denunciare perché il silenzio ci rende complici».

«Cari consiglieri e consigliere, la differenza tra violenza domestica e violenza sul lavoro, sta nel fatto che da un uomo violento te ne puoi andare, ma con un collega che ti molesta cosa fai? Lasci il lavoro? Lasciare il lavoro significa perdere di che vivere, per questo è necessaria una sensibilizzazione fatta anche con atti simbolici quali il posizionamento di una teca con la scarpa rossa simbolo del contrasto alla violenza. È necessario che l’amministrazione si faccia vedere nelle scuole con l’impegno a contrastare la violenza, per educare i giovani certo, ma anche per far capire a chi molesta le donne in questo modo subdolo, che le istituzioni ci sono, che le istituzioni non solo fanno prevenzione sui giovani, ma sono vicine alle lavoratrici e sanno che questo è un fenomeno che esiste e si deve contrastare. – conclude – Peccato che voi questo non lo abbiate capito ed abbiate visto solo un modo per riaccendere i vostri contrasti e mettere bandiere di partito».