«Lavori all’impianto del Cartaro, ad un certo punto a pagare saranno i cittadini»

MASSA – “Un milione di euro è il totale dei costi dei lavori già completati, in corso o affidati per l’ammodernamento del potabilizzatore del Cartaro (la principale fonte di approvvigionamento di acqua dei massesi) ai quali vanno aggiunti altri 250mila euro, spesi tra il 2020 e il 2021, per l’impianto di trattamento dei fanghi e il relativo smaltimento. Costi, è bene essere estremamente chiari, che ad un certo punto saranno pagati dai cittadini con le bollette dell’acqua”. Questo il commento, a margine del consiglio comunale di lunedì scorso, del consigliere pentastellato Paolo Menchini, che continua: “Con la nostra interrogazione infatti, non abbiamo solo chiesto il dettaglio dei lavori all’impianto del Cartaro, ma ricordato con forza che siccome la tariffa del servizio idrico deve assicurare l’integrale copertura dei costi di investimento e di esercizio secondo i principi del “full cost recovery” e del “chi inquina paga”, se non si individuano le attività che contribuiscono all’intorbidamento delle fonti, tutti i costi ricadono in capo esclusivamente alle utenze di Gaia.”

“Durante il sopralluogo che feci al Cartaro – spiega Menchini – insieme alla commissione ambiente, lo scorso 8 novembre, ho potuto constatare di persona come l’acqua in entrata al potabilizzatore, proveniente dalle fonti grandi del Cartaro, avesse un indice di torbidità 38 volte superiore al massimo consentito, eppure era una giornata appena piovosa. La fonte piccola del Cartaro, che a differenza dell’altra non viene interessata dal problema della “marmettola”, era invece completamente cristallina”.

“La risposta che ci ha dato l’amministrazione alla nostra interrogazione è la solita deludente litania – conclude il consigliere -: “è necessario uno studio per determinare puntualmente l’inquinatore”, però, nel frattempo consentono l’apertura di due nuove cave sopra il Cartaro, ma a pagare i costi di chi inquina sono sempre e solo i cittadini”.