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«Carrarafiere, basta promesse. Vogliamo vedere il vero rilancio, no alle svendite» foto

Secondo il consigliere comunale di Iv il Comune di Carrara e la Regione Toscana hanno gravi colpe per quanto riguarda la situazione di Imm. «La sindaca non venda palazzina Mangiarotti e Marmoteca»

CARRARA – «Grandi manovre in vista del rilancio del complesso fieristico Carrara Fiere? Ahimè no: stesse passerelle, taglio di nastri, promesse già fatte da anni. Siamo stufi di sentire parole e non vedere i risultati. Rilanciare realmente la fiera vuol dire credere nel territorio e nello sviluppo». È chiaro nel suo attacco e nelle sue parole il consigliere comunale di Italia Viva ed ex candidato a sindaco di Carrara Cosimo Maria Ferri. Parole che vanno contro l’amministrazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e della sindaca di Carrara Serena Arrighi per quanto riguarda la gestione del complesso di Carrara Fiere.

«È singolare che il presidente Eugenio Giani e la sindaca Arrighi (per questi mesi di governo, ormai otto) pensino di non aver commesso errori sulle criticità in cui versa oggi Imm e che a pagare debbano esserne la città e i cittadini. – aggiunge Ferri – Occorre fare di più e l’amministratore e i soci devono dimostrare di crederci. Non abbiamo visto finora un reale cambio di passo, ma solo il tentativo di evitare le gravi responsabilità. A cominciare dall’annunciata svendita dei gioielli di famiglia palazzina Mangiarotti e la Marmoteca, e dalla ricollocazione di ben undici dipendenti. Come si può credere al ritorno di una nuova fiera del marmo? Eugenio Giani l’ha definita una struttura strategica: “La Regione Toscana intende collaborare con gli altri soci della Imm di Carrara per il suo rilancio e per attivare opportunità economiche affinché Carrara torni ad essere centrale nel settore lapideo”».

«Peccato che nella delibera approvata dalla giunta regionale alla fine del 2022 la stessa Regione ravvisava “il persistere di non trascurabili rischi e condizioni di incertezza legati sia al mutato contesto macroeconomico che alle nuove sopravvenute situazioni gestionali e che si rilevavano degli scostamenti significativi rispetto al Piano Industriale di risanamento 2021-2024 ”. Senza tener conto dei mutui da 5 milioni di euro che insistono sul padiglione dedicato allo Sport e che l’ex padiglione dell’hub vaccinale, quando piove, ha criticità strutturali, oltre a considerare i danni ingenti stimati dalla società in oltre sei milioni di euro a seguito dell’evento calamitoso di agosto (entità peraltro da verificare). Quello che è certo però è il degrado che si può notare nella zona della fiera per rendersi conto di come la situazione sia davvero critica».

«Alcune strutture hanno avuto danni, ma problemi maggiori riguardano il padiglione B, letteralmente scoperchiato con ampie parti del tetto ancora parzialmente pendenti e pericolo di ulteriori crolli. Ma la sindaca Arrighi ha tutta un‘altra visione del complesso fieristico e rinnova promesse vecchie e da campagna elettorale, crede davvero in un cambio di rotta: – chiude Ferri – quale? Vendere le strutture? Per ripianare debiti? E chi li ha fatti? Ma ci crede davvero? O è uno dei tanti annunci? Basta promesse».