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Unione Popolare Massa sul conflitto Israele-Palestina: «Fermiamo le armi, no al Genocidio»

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MASSA – «Condanniamo fermamente le orribili azioni di Hamas che hanno provocato la morte di civili israeliani e ribadiamo convintamente che questo gruppo terroristico è un parte non rappresentativa delle idee e politiche dell’insieme del popolo palestinese e non possono rappresentare la via per dare una futuro e una speranza: le dichiarazioni di queste ore di Abu Mazen confermano questa nostra visione». Interviene anche la sezione di Massa di Unione Popolare sulla questione del conflitto tra Israele e Palestina, chiedendo di fermare l’invio di armi.

«Questi atti terroristici non giustificano in nessun modo il massacro di civili palestinesi prigionieri della striscia di Gaza che ha già provocato migliaia di vittime innocenti, tra cui oltre 700 bambini Gli sfollati sono già 500mila e si riversano in massa nelle scuole dell’Unrwa (Onu). Sotto le macerie delle case e dei palazzi distrutti ci sono altri corpi e persone ancora vive che nessuno riesce a salvare, mentre 14 ospedali sono stati distrutti e in quelli restanti non c’è più posto per i feriti e neppure per i morti. Ciò che sta accadendo in questi giorni in Palestina ha poco a che vedere con il diritto alla difesa e molto con il tentativo finale di chiudere i conti con un popolo. Ciò che sta avvenendo ha radici lontane. – scrivono da Unione Popolare – L’occupazione dei territori palestinesi da parte dei coloni israeliani, le azioni militari contro i civili palestinesi sia a Gaza che in Cisgiordania attuate dall’esercito israeliano, non rappresentano tutto il popolo israeliano ma solo ed esclusivamente una parte che da 75 anni promuove attività di occupazione in terra Palestinese contravvenendo al diritto internazionale e alle stesse le risoluzioni Onu che dal 1967 imporrebbero ad Israele il ritiro da quelle terre. Oggi si sta parlando sempre di più di genocidio del popolo Palestinese anche da quei settori della politica internazionale che fino a pochi giorni fa hanno sempre dato appoggio alle azioni di “difesa dei territori” da parte di Israele. All’interno dello stesso stato israeliano le forze politiche più progressiste, addirittura le ali più ortodosse ebraiche, hanno preso le distanze da Nethanyau e dal suo circolo militarista e di estrema destra, accusandolo senza mezzi termini di essere una causa di quanto sta accadendo oggi in quell’area. È necessario che la comunità internazionale si mobiliti affinché tacciano da subito le armi, che venga fermato il tentativo di invasione israeliano nella striscia di Gaza e si aprano corridoi umanitari per portare soccorso, cibo e medicinali al popolo: tutto questo deve avvenire nelle prossime ore per scongiurare che la tragedia umana assuma tinte ancora più scure».

«Fino a che al popolo palestinese non verrà data una speranza, fintanto che i bambini e le bambine palestinesi non vedranno davanti a loro un futuro, che ora non hanno, non bisognerà scomodare Giulio Andreotti e le sue dichiarazioni fatte in Senato nel 2006 (“Se fossi nato in un campo profughi e dopo 50 anni non avessi futuro né per me né per i miei figli, molto probabilmente sarei un terrorista”), ma dovrebbe bastare il coraggio di immedesimarsi nella vita quotidiana di quel popolo per capire le ragioni per le quali Hamas ha sostegno popolare nella striscia di Gaza. La posizione dell’Italia e dell’Europa di sostegno incondizionato a Israele per questa reazione e per non impegnarsi a far applicare le risoluzioni Onu per la liberazione dei territori occupati suonano come colpevoli. Liberare i territori occupati e attuare gli impegni sottoscritti dalle parti per praticare il principio di “due popoli, due stati” è oggi indispensabile per riportare pace in medio-oriente e disinnescare ogni rigurgito violento che trova nelle condizioni di apartheid nella striscia di Gaza, dettate dal silenzio occidentale, terreno fertile di crescita e radicamento di estremismi. Non possiamo non interessarci a questo, non possiamo di nuovo pensare che le cose si accomoderanno da sole, non possiamo immaginare pace tra due popoli se la comunità internazionale non adotterà finalmente i principi del diritto internazionale imponendo la loro applicazione nei territori palestinesi occupati. Tacciano le armi, fermiamo il genocidio, liberiamo i territori palestinesi illegittimamente occupati: Restiamo umani».

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