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Unione Popolare risponde a Giani sulle cave: «Inutile piangere dopo le alluvioni poi»

MASSA-CARRARA – «Le parole espresse da Eugenio Giani sulle Apuane a chiusura del convegno sul prodotto lapideo tenutosi a Gorfigliano nei giorni scorsi,  sono distanti anni luce dalle nostre e pensiamo di molte cittadine e cittadini del nostro territorio». È chiaro il messaggio che Unione Popolare Massa-Carrara lancia dopo le parole del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani sull’attività estrattiva, difesa, sulle Alpi Apuane.

«Ancora una volta, se qualcuno avesse voluto conferme, il presidente della Regione Toscana prende una posizione netta, lontana dalla salvaguardia degli ecosistemi, lontana dagli equilibri naturali necessari in questa fase di cambiamenti climatici, lontana dalle evidenze dei dissesti idrogeologici, sposando la linea della totale deregolamentazione per le aree del Parco delle Apuane considerandole identiche alle aree industriali dei bacini marmiferi di Carrara. Non contento, si erge pure a paladino della “banda del buco” auspicando una via diretta tra Garfagnana e Versilia: – continuano – già lo disse in campagna elettorale 2020 e in questa nuova campagna elettorale ripropone il tema in barba ai segnali che proprio in quel territorio la natura sta lanciando».

«Chiara la “simpatia” di Giani verso la distruzione dell’ ecosistema Apuane nella più classica impostazione capitalistica che vede nell’ ambiente, così come nelle regole sul lavoro, un bavaglio ai propri interessi di bottega. Cercare le deregolamentazioni nel lavoro, così come cercare deregolamentazioni nella salvaguardia ambientale, fa parte della solita identica logica che Eugenio Giani predilige e sostiene: ricordiamo la legge taglia-boschi bocciato per fortuna bocciata dalla Corte Costituzionale o la norma che ha eliminato ogni controllo territoriali e ambientale sui progetti Pnrr e che sta, anche nel comune di Massa, creando non pochi problemi dal punto di vista della sostenibilità dei progetti. – concludono -Piangere poi sul latte versato delle alluvioni dovute al consumo di suolo o sulle morti sul lavoro diventa atteggiamento che sta tra il ridicolo e il compassionevole».