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Veleni in Consiglio, polemiche senza fine: «Comportamenti da bulletto». «Irricevibile richiamo Pd»

«A chi scomoda la tragica storia del ‘900 per un abbandono d’aula: Mussolini a chi lo attaccava faceva fare la fine di Matteotti. E mentre Stalin mandava gli oppositori nei gulag, noi vi abbiamo mandato solo a cena un po’ in anticipo». «Il segretrio generale mi ha impedito di parlare»

CARRARA – “Per alcuni esponenti dell’opposizione sta diventando un’abitudine fare politica utilizzando urla scomposte e minacce di denunce in procura, velate o dirette, a seconda della giornata. Ognuno è libero di fare politica come ritiene e come sa. Però in politica, come nella vita, non è possibile decidere che gli altri debbano sopportare senza reagire a qualunque cosa”. Tornano sul’episodio dell’ultimo Consiglio comunale i consiglieri della Lista Serena Arrighi, quando in seguito a un contrasto tra il consigliere civico di opposizione Massimiliano Bernardi e il segretario comunale, il primo si è lsciato andare a grida e a una reazione rabbiosa fuori dalle righe.
Proseguono i consiglieri Lista Serena Arrighi Sindaca. “Lo si spiega anche ai bambini che fare il bulletto compromette le relazioni e fa rischiare l’isolamento sociale. E anche che fare la vittima dopo avere aggredito per primi è un atteggiamento sempre ridicolo e anche un po’ vigliacco. Sarebbe ora di dimostrare alla città che siamo tutti in grado di affrontare il conflitto politico in modo adulto, senza urla, senza minacce e senza vittimismi. La vediamo diversamente su tante cose e questo può rappresentare una occasione di arricchimento per ognuno di noi e per Carrara. Se si vuole, si può ancora percorrere questa strada, che è senz’altro la più virtuosa. Se però si preferisce diversamente – aggiungono i consiglieri – e si scelgono la denigrazione, l’aggressione verbale sistematica e il vittimismo, si lasci agli altri perlomeno la libertà di non subire in silenzio. Naturalmente, noi risponderemo sempre con il massimo rispetto per le persone, per le istituzioni e per le forme. Da adulti, insomma. Infine – concludono gli esponenti politici -, a chi scomoda la tragica storia del ‘900 per un abbandono d’aula a fine serata: Mussolini a chi lo attaccava in aula faceva fare la fine di Matteotti. E mentre Stalin mandava gli oppositori nei gulag, noi vi abbiamo mandato solo a cena un po’ in anticipo. Un pochino di pudore non guasterebbe”.

Il protagonista dell’episodio in Consiglio, Massimiliano Bernardi, nel frattempo risponde a un intervento del Pd (pubblicato qui): “Era il 1960 quando il segretario del Partito Comunista, Nikita Krusciov, durante una sessione accesa dell’ONU a New York, nel Palazzo di Vetro, si tolse una scarpa e la sbatté sul tavolo. In realtà, pare che utilizzò “solo” i pugni, per protestare contro il delegato filippino, che aveva accusato l’URSS di “imperialismo”. È quindi irricevibile il richiamo del PD, apparso  sulla stampa, che pretende il rispetto delle istituzioni e dei ruoli, provenendo da esponenti di partiti che non hanno ancora fatto i conti con il loro passato. Ognuno dovrebbe guardare al proprio orticello e alle proprie origini, perché ce n’è per tutti. Inutile poi cercare Filippo Frugoli (consigliere del Carroccio a Massa protagonista si una vicenda nel Consiglio ‘vicino’ il quale dopo aver pronunciato una frase citando un film “Scemo & più scemo” venne aggredito da un consigliere del Pd ndr) come capro espiatorio. A tal proposito, chiedo: il capogruppo Gian Maria Nardi e company hanno avuto la “percezione” che Frugoli avesse un palese intento provocatorio? Perché nel PD va molto di moda parlare di percezioni, per distogliere l’attenzione dalla realtà dei fatti. Il sottoscritto, invece, non ha l’abitudine di minacciare denunce in Procura senza fondamento, poiché ne ha già presentate parecchie a propria firma, alcune delle quali hanno avuto esito positivo.È chiaro, tra l’altro, che durante l’ultimo Consiglio comunale anche i politici più esperti non hanno retto alle reiterate e vergognose menzogne della sindaca Serena Arrighi. Si sono innervositi anche per le due astensioni (Alberta Musetti dei Repubblicani e Benedetta Muracchioli del Pd) sull’ordine del giorno presentato da Simone Caffaz, in merito alle accuse di razzismo mosse dalla Arrighi contro il consigliere leghista Andrea Tosi.
Purtroppo – aggiunge Bernardi -, anche il presidente del Consiglio, ad un certo punto, è stato scavalcato dal segretario generale, che senza pudore e senza chiedere la parola ha iniziato a esprimere le sue opinioni, impedendo al sottoscritto di leggere l’interrogazione. Inoltre, sono state riportate ricostruzioni non attinenti a ciò che è realmente accaduto. Chiedo a chi continua a cavalcare l’onda della violenza di andare a rivedere lo streaming del Consiglio comunale, precisamente alle 2 ore, 21 minuti e 15 secondi, e di riascoltare con attenzione chi ha mancato di rispetto a chi. Non c’è nulla, infatti, che possa giustificare quanto accaduto in quell’aula, un fatto molto grave. Se il presidente del Consiglio volesse, avrebbe tutti gli strumenti istituzionali per fare chiarezza sulle eventuali frasi ritenute non accettabili da parte del segretario generale. In conclusione, i fatti parlano più delle parole, e le parole del PD sono un modo per fare la predica che, dal mio punto di vista personale, non mi sorprende. Le rimando al mittente. Il 3 settembre, in aula, è vero che la discussione si è fatta sempre più aspra, con urla, richiami ai consiglieri, la parola tolta al sottoscritto e minacce di risolvere il problema al TAR, negandomi il diritto di parola. A questo punto, il presidente Cristiano Bottici avrebbe dovuto far tacere l’uomo al suo fianco, perché il suo comportamento era fuori da quanto previsto dal regolamento del Consiglio comunale. Invece, prima lo ha lasciato parlare, poi, ad un certo punto, ha “stoppato” i lavori per evitare che la lite degenerasse. Ma era troppo tardi. Dopo la sospensione, la maggioranza è uscita dall’aula in segno di protesta e, senza rispetto per le istituzioni, non ha dato la possibilità di far proseguire i lavori né di ascoltare tutte le posizioni, legittimamente differenti, senza offendere, provocare o aggredire. Questa uscita dall’assise – chiude Bernardi -, da parte di coloro che credono di godere di trascorsi politici esemplari, poteva essere evitata”.