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Capitan Della Latta: «Mi dissero che Carrara era una piazza meno blasonata di altre. Ma alla fine ho avuto ragione io»

Il leader azzurro analizza il momento della squadra: «Troppo penalizzati da certi risultati. Ora guardiamo all'obiettivo playoff. Attenzione, perché non sempre è la squadra più forte a vincere»

CARRARA – E’ una Carrarese che si è leccata le ferite ed è tornata dimostrare il suo valore, quella che nelle ultime settimane ha battuto prima Gubbio e poi Montevarchi, centrando due vittorie consecutive. Due successi che hanno rilanciato la squadra di mister Dal Canto in ottica playoff, dopo un periodo negativo sul piano dei risultati. La svolta è arrivata, probabilmente, da quella zampata al 96esimo minuto sul terreno del Barbetti di Gubbio, che porta la firma di capitan Simone Della Latta.
Insieme all’ex Pontedera, Piacenza e Padova, abbiamo analizzato il momento degli azzurri, le note positive e gli ostacoli della stagione in corso. Il capitano azzurro è approdato all’ombra delle Apuane la scorsa estate, dopo essere stato corteggiato da Reggiana, Entella, Triestina, Avellino e Pescara. “Carrara non è una piazza così blasonata, mi dissero. Ma vedendo come alcune società che mi avevano cercato stanno arrancando, credo che la mia sia stata la scelta giusta, e ne sono felice”.

Torniamo indietro di 11 anni, alla stagione 2012/2013, la prima da professionista. Cosa ricordi di quel campionato?

“La stagione a Gavorrano in Lega Pro 2 è stata la prima tra i “grandi” e, soprattutto, ero in un campionato diverso da quello Primavera. Un campionato estremamente competitivo, che mi ha formato tanto”.

Dopo un’anno a Viareggio, nell’estate del 2014 passi al Pontedera e lì resti per tre stagioni. Cosa ti ha trasmesso a livello personale e calcistico quell’esperienza?

“Nelle tre stagioni a Pontedera sono stato veramente bene, facevo parte di un gruppo molto giovane e forte, che riusciva a mettere in difficoltà avversarie blasonate come Alessandria e Cremonese, ed a 22-23 anni essere già vice-capitano mi ha responsabilizzato molto. Nel 2016, in un girone da 18 squadre, abbiamo addirittura fatto il record di punti ed il migliore posizionamento nella storia del Pontedera. Infatti, guidati da mister Indiani, siamo arrivati 7° con 45 punti, con una squadra in cui c’erano giocatori del calibro di Kabashi e Santini”.

Prima di approdare alla Carrarese, hai avuto la possibilità di giocare a Piacenza e Padova. Com’è stato cimentarsi in piazze cosi blasonate?

“Chiaramente si trattava di due piazze dove si giocava per vincere, ed ovviamente in questi casi la pressione è maggiore. A Piacenza, nel 2018/2019, quando ci giocavamo il campionato con la Virtus Entella, sono sceso in campo di fronte a 10.000-12.000 persone. Un genere di ambiente che a me, personalmente, mette molta carica. Sono state annate che mi hanno aiutato a crescere caratterialmente. Anche a Padova ho trascorso un periodo positivo e credo che, a livello personale, la stagione 2020/2021 sia stata la migliore, dato che ho realizzato ben 13 gol”.

A luglio 2022 approdi a Carrara. Parlaci della trattativa.

“La scorsa estate a Padova c’era la sensazione che volessero smantellare la squadra dopo due secondi posti ai play off ed una Coppa Italia vinta, così ho cominciato a guardarmi intorno. Le prime offerte sono arrivate dalla Reggiana, dalla Virtus Entella, dalla Triestina, dall’Avellino e dal Pescara, ma il Padova, per liberarmi, chiedeva un conguaglio economico e non se ne fece nulla. In un secondo momento è arrivata l’offerta triennale della Carrarese, abbinata ad un progetto importante con ottime prospettive. Ho accettato immediatamente, anche perché mi permetteva di avvicinarmi a casa, sebbene molti mi dissero che Carrara era una piazza meno blasonata di altre. Ma vedendo come alcune società che mi avevano cercato stanno arrancando, credo che la mia sia stata la scelta giusta e ne sono molto contento”.  

Com’è l’ambiente carrarese, a livello sia di tifo che di società?

“Già prima di vestire la maglia azzurra, quando venivo allo stadio dei Marmi da avversario, mi ero accorto che ci fosse una tifoseria molto calda, ed in questi mesi ne ho avuto conferma. E credo che se continuassimo sulla falsa riga delle ultime due partite, potremmo riportare ulteriore entusiasmo e più gente sugli spalti. Ho trovato, a livello societario, un ambiente più familiare rispetto a Padova, ma molto solido economicamente”.

Ad oggi, che voto daresti alla stagione della Carrarese?

“Il campionato che abbiamo fatto fino adesso è da 6,5/7. Le quattro vittorie consecutive di inizio stagione avevano alzato forse troppo le aspettative rispetto all’effettivo valore della squadra, però la stagione è comunque positiva. Siamo riusciti ad uscire dal periodo negativo, durante il quale, in alcuni casi, siamo stati troppo penalizzati rispetto a come si era giocato. Ora dobbiamo tenere le antenne belle dritte, perché ci sono insidie ogni domenica, e vivere giornata dopo giornata senza fare calcoli”.

Perché la Carrarese è grande con le grandi e piccola con le piccole?

“Contro le big il rendimento è migliore perché queste ti lasciano giocare di più, ti affrontano a viso aperto, ed essendo noi una squadra con singoli molto validi, in partite sulla carta complicate siamo riusciti a mettere in difficoltà i nostri avversari. Per quanto riguarda l’andamento con le compagini di bassa classifica, questo è probabilmente influenzato dal tipo di gioco che caratterizza queste squadre. Il Montevarchi, ad esempio, sabato scorso si era schierato con undici uomini dietro la linea della palla. In questi casi diventa difficile per chiunque trovare la via del gol”.

Domenica giocate a Pontedera. E’ un crocevia importante?

“E’ sicuramente uno scalino importante, uno scontro diretto in chiave play off, per questo dobbiamo ragionare anche in termini di punti conquistati e da conquistare nei due incontri, in virtù di una possibile classifica avulsa. Se uscissimo dal “Mannucci” con un altro risultato positivo, si aprirebbe uno scenario interessante. Ad oggi arrivare tra le prime tre è molto difficile, ma se riuscissimo a piazzarci tra il quarto e il sesto posto, potremmo fare un play off da protagonisti. Negli ultimi anni si è visto che non sempre è la squadra più forte a vincere, perché gli spareggi promozione sono un campionato a parte. Si pensi al caso, ad esempio, al Palermo dello scorso anno. Tornando a noi, nel breve l’obiettivo è conquistare la partecipazione ai play off, poi vediamo dove possiamo piazzarci e cosa fare”.